Recensione film Giù le mani della nostre figlie
Per la regia di Kay Cannon, in sala dal 17 maggio.
Giù le mani dalle nostre figlie (Blockers) è una commedia piccante che mette due generazioni a confronto. Il film ha riscosso un discreto successo al box office di Stati Uniti e Canada. Il fulcro della storia si svolge durante la serata del ballo scolastico.
Le co-protagoniste sono tre amiche cresciute insieme sui banchi di scuola. Finite le superiori, si apprestano ad accedere all'università. Julie (Kathryn Newton), fidanzata da qualche tempo con Austin (Graham Phillips), ha deciso di perdere la verginità. A ruota, anche Kayla (Geraldine Viswanathan) e Sam (Gideon Adlon) si aggregano: l'occasione sarà la serata del ballo.
Nella trama trovano posto centrale anche i genitori delle ragazze: Lisa (Leslie Mann), la madre single di Julie, Mitchell (John Cena) il padre sentimentale di Kayla, e Hunter (Ike Barinholtz), il padre assente di Sam. Tutti e tre condividono una marcata componente ansiogena nel seguire le proprie figlie.
Quando scoprono il patto segreto, i genitori faranno di tutto per scongiurare il pericolo.
Non mancano battute e scene (comiche?) scurrili, o semplicemente di dubbio gusto. Tuttavia, Giù le mani dalle nostre figlie ha ottenuto un largo consenso anche tra i critici americani. Eppure fanno capolino anche le droghe come trasgressione accettabile. La sottotrama di uno dei personaggi principale in procinto di fare coming out, tra dichiarazioni di amicizia eterna e pacche sulle spalle, ha un trattamento innocuo. Il finale finisce nel più banale dei modi.
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