Recensione del film Valerian e la città dei mille pianeti

Cinema / Recensione - 20 September 2017 08:00

"Valerian e la città dei mille pianeti" è il film di Luc Besson tratto da una serie comic.

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Valerian e la città dei mille pianeti (“Valérian et la Cité des mille planètes") è il film di fantascienza di Luc Besson.

L’esordio avviene in un luogo paradisiaco, tra esseri umanoidi ed esplosioni che avvertono di una minaccia imminente. Già qui Besson è vittima dello stesso materiale scenografico creato, con perle che contengono enormi quantità di energia, animali usati per replicarle. L’umanoide femminile - principessa del suo popolo - vede la suo gente catturata, e prima di morire riesce ad inviare un segnale telepatico mentre l'esplosione la consuma.

A ricevere il segnale sono Valerian (Dane Dehaan) e Laureline (Cara Delevingne), agente governativo e sergente che hanno il compito di sorvegliare lo spazio Alpha. I due flirtano anche, tanto che lui le chiede di sposarlo ma lei rifiuta per timore delle sue scappatelle. Da sci-fi il film diventa quindi anche comico, con una tendenza che dall’ultimo “Star Wars: Il risveglio della Forza” ha imperversato, quasi per dare più quotidianità a personaggi altrimenti troppo distanti.

Fin dall’inizio però appare come il film di Besson sia troppo sommario nel mostrate i passaggi di azione, quasi avesse l’esigenza di sveltire la sceneggiatura per illustrare allo spettatore la magia scenografica e di effetti speciali che è giunto a realizzare in terra francese (il film è prodotto dalla sua società parigina Europa Corp). E questa sottomissione visiva è tutto il difetto del film, più attento alla forma che all’evoluzione dei due personaggi. Così come mostrare sempre in bikini la modella Delevingne è derivato da questa esigenza.

Il Ministro della Difesa (Hancock) ordina a Valerian e Laureline due di mettere in salvo l’ultimo Mül Converter sopravvissuto, ovvero una minuscola creatura dotata di poteri che possono salvare la civiltà pacifica di cui l’umanoide dell’inizio del film era principessa.

I due procedono in una zona infetta della base Alpha, in cui Valerian è catturato: Laureline nel tentativo di salvarlo è rapita da una tribù primitiva, s’infiltra con l'aiuto di una ballerina, Bubble (Rihanna) che può modificare il proprio aspetto.

Besson prende le distanze dal limpido film “The Lady - L'amore per la libertà” (2011) in cui raccontava la vicenda del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi; o da “Cose nostre - Malavita” (“The Family”, 2013) dal romanzo di Tonino Benacquista su un ex gangster mafioso italiano pentito che testimonia contro i suoi capi. in “Valerian e la città dei mille pianeti” sceglie in fantasy, mutuato da una serie di fumetti di successo di Pierre Christin e Jean-Claude Mézières. Ma il tentativo tipicamente statunitense di trasportare i eroi dei comic al cinema, da Superman a Batman, Wonder Woman e The Avengers, fino ai vari spi-off si appiglia a personaggi assurti ormai nell’immaginario collettivo a chiare icone. Invece Valerian e Laurelian sono due ragazzi forse innamorati, con nessun super-potere ma nella morsa di un universo immaginifico che faticano a controllare, con una lussuria vista che surclassa gli ostacoli narrativi.

Per questo impianto visivo il film è da vedere, che rende giustizia ad uno sforzo produttivo costato 197 milioni di Euro.

© Riproduzione riservata




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