Recensione del film Cattivissimo me 3

Cinema / Recensione - 27 June 2017 08:00

Cattivissimo me 3 è il film prodotto da Chris Meledandri.

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Cattivissimo me 3 (“Despicable Me 3”) è il film d’animazione di Pierre Coffin e Kyle Balda (leggi l'articolo sull'incontro con il cast).

Vediamo il cattivissimo Gru, che nel precedente film del 2013 lavorava alla La Lega Anti Cattivi (A.V.L.) con lo scopo di impossessarsi di un siero, mentre in quello del 2010 provava piacere nel vedere soffrire le altre persone e rubava anche la Lina.

In “Cattivissimo me 3” Gru tenta la conversione completa, ma è osteggiata da un riverbero cinico. Non vuole più agire da cattivo, tanto che i Minions non lo riconoscono più come loro capo.

Ed è questa la prima novità del film, ovvero la possibilità di ritrovarsi nel buon senso: una necessità che è anche figlia dei tempi attuali, in cui il terrorismo non prevede conversioni. Così Gru fatica a diventare tollerante, tanto che per allettarlo a tornare alla vecchia ribalderia entra il personaggio di Balthazar Bratt, una ex star che ora ha l’intento di distruggere Hollywood e restare in possesso di un diamante. È certamente questa la figura meno riuscita del film, inserita come antagonista necessario senza un vero motivo, ed inefficace alla costruzione di Gru.

Il protagonista così per arrestare la propria conversione non può che avere un alter-ego, un Gru speculare: si chiama Dru, ed è il fratello gemello. Questa trovata è invece la più felice del film, perché alimenta la possibilità che siamo noi stessi (il gemello) a dovere lottare con la nostra personalità per migliorarci.

Infatti Dru fa quasi cadere in tentazione Gru, raccontandogli del padre comune che avrebbe approvato il loro cinismo, dopo aver accumulato tesori. In auto sfrecciano per la città , e tra incidenti stradali ed arrampicate in montagna lo stesso Gru pare che rimpianga il passato.

È poi l’arrivo della figura femminile quello che dà una nuova spinta alla storia, con una donna che sa fare da paciere: Lucy, moglie di Gru sa anche puntare sull’affetto per le figlie Margo, Edith e Agnes (pur se adottive) e risolvere la questione.

Sembra molto lontano l’anno 2010 quando “Cattivissimo Me” raccontava di un personaggio, Gru che congelava addirittura la testa di Victor per dispetto, rubare il raggio restringente nonché la stessa Luna. Una crudeltà che per lo spettatore era quasi catartica, perché raccontava dei gesti da non compierebbe mostrandoli ne auspicava il disprezzo.

Stavolta è il buon senso che va coltivato, assieme ai palloncini gommosi che riescono a bloccare i nemici, o alla carta igienica che serve ai Minions per trionfare in un talent show.

Quasi che la rivoluzione disneyana dell’acquietare le ambizioni dello spettatore abbia invaso anche il mondo chiaroscuro del produttore Chris Meledandri: solo riconoscendo di aver sbagliato è possibile migliorare. Mentre il film del 2010 faceva ipotizzare che il cinismo era comunque un’arma di difesa.

© Riproduzione riservata


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