Il caso Spotlight, recensione del film verità di Tom McCarthy con Michael Keaton e Rachel McAdams

Cinema / Recensione - 18 February 2016 13:00

Il caso Spotlight è un film di Tom McCarthy che racconta le vicende che hanno portato il Boston Globe nel 2001 ad una delle più grandi inchieste di sempre su casi di pedofilia da parte d

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Il caso Spotlight (Spotlight) film diretto da Tom McCarthy (L'ospite inatteso, The Cobbler), scritto insieme a Josh Singer. La pellicola è stata presentata fuori concorso alla 72ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e successivamente al Toronto International Film Festival; racconta le vicende accadute durante le indagini di un giornale su casi di pedofilia in parrocchie di Boston; questa indagine valse il Premio Pulitzer al Boston Globe nel 2013.

Nello specifico la trama del film racconta i fatti che accaddero dall’estate 2001, quando appena arrivato al Boston Globe, il neodirettore Marty Baron (Liev Schreiber) decide di incaricare il team Spotlight, il gruppo di giornalisti investigativi del giornale, di indagare su un caso di cronaca che riguarda un prete locale accusato di aver abusato sessualmente di decide di giovani nel corso di trent’anni. Così il caporedattore Walter “Robby” Robinson (Michael Keaton), i cronisti Sacha Pfeiffer (Rachel McAdams) e Michael Rezendes (Mark Ruffalo) e lo specialista informatico Matt Carroll (Brian d’Arcy James), iniziano a cercare informazioni sul caso. Il team parla con l’avvocato delle vittime (Stanley Tucci), intervistano adulti molestati da piccoli e cercano di accedere agli atti giudiziari, però secretati. Emerge sempre di più l’insabbiamento voluto dalla Chiesa e si scopre che i casi di abusi sono molti maggiori del previsto: il fenomeno è molto più esteso e sistematico. Superando le pressioni esterne, nel 2002 il Globe pubblica le sue rivelazioni in un dossier che farà storia.

Casi di abusi compiuti da sacerdoti cattolici erano già stati denunciati in passato, ma Tom McCarthy in questo drama ha voluto concentrarsi sul meticoloso lavoro che fece più di dieci anni fa il Boston Globe, scoperchiando un vaso di Pandora la cui portata umana e mediatica era senza precedenti. Il suo sguardo si sofferma inoltre sul ruolo che ha avuto la Chiesa nell’insabbiare prove e persone coinvolte, convinta che fosse necessario nascondere le mele marce affinché non fosse considerato tale anche tutto l’albero. Ma a differenza di molti altri film concentrati su inchieste giornalistiche, “Il caso Spotlight” ha il merito di non eleggere i propri protagonisti ad eroi indiscussi, ma come semplici uomini in cerca di verità che possono anche sbagliare: imperante durante il film il peso che questi si portano sulle spalle quando scoprono che alcuni dei casi che stavano analizzando erano già passati tra le loro mani diversi anni prima, potendo probabilmente far scoppiare l’inchiesta diversi anni prima. 

Un dramma che coinvolge tutti e che il regista ha voluto documentare senza errori o sbavature, anche perché come afferma lo stesso Tom McCarthy: “Questo film non è un attacco alla Chiesa, ma il tentativo di rispondere alla domanda: Come mai succedono queste cose? […] Come è stato possibile che questi abusi andassero avanti per decenni senza che nessuno facesse niente per impedirlo?”. Un omaggio inoltre ad un giornalismo di un certo spessore: “Questo film mi ha dato l’opportunità di mostrare l’impatto che può avere sulla gente e sulla società un giornalismo fatto da grandi professionisti”.

La pellicola ha ricevuto la bellezza di 6 candidature agli Oscar 2016: miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura originale, miglior montaggio, miglior attore non protagonista a Mark Ruffalo, miglior attrice non protagonista a Rachel McAdams.

© Riproduzione riservata




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