Friend request: recensione del film ambientato in quel luogo non-luogo di Facebook

Cinema / Recensione - 08 June 2016 08:00

Simon Verhoeven dirige Alycia Debnam-Carey per un thriller horror che guarda sia al reale che al soprannaturale, inserendo entrambi non solo nelle relazioni interpersonali reali, ma soprattutto sul pi

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Friend request presenta una trama incentrata sul concetto di amicizia… su Facebook che vede come poli opposti l’esempio di ragazza accettata dalla social community e quello di reietta della stessa, entrambe sotto la direzione di Simon Verhoeven.

Laura (Alycia Debnam-Carey), una ragazza poco più che adolescente, passa le sue giornate studiando, ma soprattutto spendendo molto del suo tempo davanti al computer, sui social network. E’ una ragazza popolare a differenza di Marina (Liesl Ahlers), sua coetanea che un giorno decide di contattarla proprio tramite Facebook per chiederle la fatidica domanda, ossia se vuole essere sua amica. Laura accetta il suo invito, ma dietro quel semplice click si nasconde un problema le cui proporzioni si ingigantiscono sempre più, culminando con la morte di più e più utenti, tutti facenti parte della cerchia degli 800 amici che Laura ha sua Facebook. Non resteranno alla studentessa che pochi giorni per mettere fine alla serie di omicidi/suicidi che dilagano senza un’apparente motivazione.

Il regista tedesco Simon Verhoeven si cimenta in un horror dalla fotografia cupa che guarda con interesse al paranormale e decide di inserirlo in un contesto reale, costituito da una realtà virtuale il cui fenomeno non accenna ad arrestarsi. Friend request, infatti, si affaccia e si mescola prepotentemente con la tecnologia odierna e, per fare ciò, non poteva non includere al proprio interno ed essere in un certo senso ambientato nel mondo dei social network, prendendo di mira il padre fondatore, Facebook. E’ come se il film effettivamente si svolgesse sullo schermo bidimensionale del computer, un computer che ha preso il posto degli ambienti reali in cui si può svolgere l’azione, divenendo il luogo e allo stesso tempo il non-luogo dove gli utenti svolgono la funzione di personaggi in questo gioco che vira verso la morte.

Alycia Debnam-Carey è chiamata ad interpretare la protagonista, la popolare Laura, perno della vicenda intorno a cui la serie di omicidi-suicidi ha luogo. I funesti avvenimenti che si affastelleranno nel tentativo di offrire spunti all’eroina per poter redimere se stessa e risolvere l’enigma di difficile soluzione che le si presenta davanti interpellano non solo la tecnologia ramificata in Facebook, una piattaforma digitale che ha sostituito i luoghi più comuni entro cui ambientare l’azione, ma anche il paranormale, che permette al lungometraggio di districarsi, più o meno banalmente, su due piattaforme ultime, quella del reale misto al soprannaturale e quella dell’irreale mista alla tecnologia.

Friend request, dunque, è un film che chiama a raccolta diversi ambienti, per una trama con spunti suspense che si interseca con quella dell’horror dalla minaccia nascosta nel buio. Potendo contare su protagonisti tanto bidimensionali quanto quegli utenti che tali protagonisti sono chiamati a rappresentare sul piccolo schermo del computer, il film non mostra particolari punti di rilievo, oltre una storia che si barcamena entro più direzioni, finendo con il tentare di dare un senso unitario ad ambienti, storie e personaggi appartenenti a sfere troppo diverse tra loro.

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