FIFA 19, recensione videogame per PS4 e Xbox One

Games / Recensione - 02 October 2018 14:00

Benvenuti all'UEFA Champions League di Electronic Arts

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FIFA 19 arriva sul mercato portando con sé le licenze dell’UEFA Champions League e dell’Europa League, una novità fondamentale per i fan, che ha innalzato ancora di più le vendite del calcistico di Electronic Arts, vera e propria miniera d’oro per la compagnia statunitense. Come ogni anno le promesse del team di sviluppo si muovono su una maggiore libertà e realismo dell’azione, con alcuni risultati convincenti e altre dinamiche che ancora definiscono FIFA come una serie sbilanciata più verso l’arcade che la simulazione, con una netta divisione tra single player e FUT, divenuta ormai una modalità a parte anche in termini di giocabilità. I contenuti, come sempre, sono davvero trabboccanti, qui con originali e interessanti aggiunte che arricchiscono ancora di più un’offerta che, ormai, è divenuta davvero completa, per un prodotto confezionato in maniera solida e curata. La licenza delle coppe nazionali e internazionali permette di affrontare le finali anche in Calcio d’inizio, mentre partite come Sopravvivenza, dove la squadra che segna perde un giocatore, o Tiri al volo o ancora Senza regole, dove non esistono falli, conferiscono possibilità ludiche davvero uniche, specialmente in multiplayer locale. 

FIFA 19


Partendo dalle novità in termini di gameplay, le aggiunte principali inserite in FIIFA 19 sono tre: finalizzazione a tempo, Active Touch e tattiche dinamiche. Nel primo caso abbiamo un’interessante, quanto inizialmente complicata, meccanica di tiro, che vede la seconda pressione del tasto di tiro al momento giusto, per concludere in maniera più efficace e precisa, una possibilità che possiamo tuttavia disattivare tramite le opzioni di gioco. L’Active Touch permette un controllo migliore del giocatore, sempre molto libero nei movimenti e spostamenti, ora con nuove animazioni e tocchi di prima che modificano in maniera tangibile l’esperienza di gioco. La novità più incisiva, tuttavia, risiede nelle tattiche dinamiche che, per noi, rappresenta il vero e proprio tratto distintivo di FIFA 19. Durante la partita possiamo agire su quattro differenti ordini tattici, divisi tra offensivi e difensivi, che vanno a modificare comportamento e atteggiamento della nostra squadra, con cambi perfettamente riscontrabili in campo e che vanno ad influire pesantemente sul nostro stile di gioco, approfondendo la parte tattica e gestionale, prima sin troppo leggera.
Se le novità cercano di dare un contorno ludico rinnovato, alcune modifiche sono state apportate anche alla giocabilità vera e propria, con un ritmo un po’ più ragionato, al netto di fraseggi e scambi sin troppo veloci e tempi di reazione dei giocatori spesso innaturali. Bisogna, in tal senso, dividere l’esperienza single-player da quella online, monopolizzata dalla modalità FIFA Ultimate Team, estremamente veloce e frenetica, adatta ad un pubblico di giovanissimi e spesso motivata da microtransazioni (soldi reali in cambio di valuta di gioco) per rimanere competitivi ad alti livelli. Il ritmo contro la CPU, convincente dal punto di vista di schemi e opportunità offensive, si mantiene soddisfacente, soprattutto andando a modificare opportunamente le slides di gioco, che permettono un controllo sull’esperienza e personalizzazione davvero elevata, capace di accontentare qualsiasi tipo di videogiocatore. La base rimane solida, con una palla più pesante e grande, credibile in molte più occasioni rispetto al passato, un sistema di contrasti 50 e 50 rivisto, e nuove animazioni che rendono credibile ciò che vediamo a schermo. Sia che affrontiamo la Carriera o altre modalità in singolo, la possibilità di plasmare il ritmo e la velocità a seconda dei nostri gusti conferisce al titolo EA una customizzazione sconosciuta al rivale storico. Discorso inverso invece per l’online, che cerca di cambiare quanto meno possibile su una delle modalità più remunerative di sempre, quel FIFA Ultimate Team diventato un gioco a sè, per il ritmo molto veloce e per un sistema di carte, mercato e pacchetti che invogliano l’utente a passare la maggior parte del proprio tempo, spesso spendendo soldi reali per avere i giocatori più forti. Curatissima, come sempre, la grafica dei menù e delle “figurine”, con i soliti aggiornamenti settimanali e i miglior giocatori, insieme all’introduzione delle Division Rivals, che vanno a sostituire le classiche stagioni online.



La modalità Il Viaggio di FIFA 19 è la conclusione della storia di Alex Hunter, lanciato nel panorama mondiale alla conquista dell’UEFA Champions League. Nella storia personale si intrecciano le vicende della sorella Kim Hunter e dell’amico di infanzia Danny William, qui giocabili entrambi per la prima volta, una variante piacevole e gradita. Come da trazione EA, l’impianto visivo si conferma straordinario per quanto riguarda la presentazione scenica, con tantissimi stadi replicati in maniera perfetta, introduzione e inni delle coppe, scene di intermezzo con giocatori sudati, arrabbiati, festanti, che parlano e urlano, un carnet di animazioni ed espressioni che innalzano il livello di realismo. Accanto alle grafiche ufficiali dei principali campionati e all’atmosfera che si respira, specialmente in Premier League, abbiamo la solita pletora di leghe su licenza, con l’introduzione, ormai necessaria, del campionato cinese, insieme a centinaia di squadre e maglie originali, per una completezza pressoché totale. Peccano ancora, tuttavia, le fattezze di tanti, troppi giocatori, senza scansione facciale e con movenze sin troppo simili tra loro, con una caratterizzazione fisica che ancora rimane diversi gradini sotto a quanto è possibile apprezzare in PES 2019.


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