Destiny 2: I Rinnegati, recensione videogame per PS4 e Xbox One

Games / Recensione - 06 September 2018 14:00

Destiny 2: I Rinnegati è l'espansione che inaugura il secondo anno dell'FPS di Bungie

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Destiny 2: I Rinnegati è la più corposa espansione dello sparatutto online di Bungie, l’inizio della seconda stagione, un nuovo punto di partenza su cui la software house americana affida il futuro della serie. Uno dei più grandi difetti di Destiny, infatti, sin dal suo esordio, è stato quello di offrire contenuti dal forte impatto iniziale, tumultuosi e avvincenti, ma che nel giro di un paio di settimane relegavano il titolo alla sua più stretta fanbase, non riuscendo così a convincere sul lungo termine, nella cosiddetta fase di endgame. Se per un’avventura o un titolo single-player questo può risultare un problema dimenticabile, per uno sparatutto basato sull’online come Destiny questo rappresenta una grave carenza strutturale, a cui la stessa Bungie ha provato più volte di rimediare. Con il primo Destiny si era riusciti a trovare un giusto equilibrio solamente a metà ciclo vitale, mentre adesso tocca a I Rinnegati il compito di cementare le basi, e rendere varia e solida, l’esperienza di Destiny 2. Il nuovo DLC, venduto separatamente per chi possiede già il gioco base a 39,99 euro, introduce tantissime novità, sia in termini di modalità che equipaggiamenti, con un bilanciamento rivisto e corretto e l’inserimento di nuove destinazioni. La stessa presenza di Destiny 2, all'interno della Instant Game Collection di settembre, permette agli abbonati del servizio PlayStation Plus di scaricare e giocare gratuitamente il titolo, un'opportunità che può sicuramente spingere a rinfoltire la community della nuova espansione.

Destiny 2


Il pacchetto abbraccia l’intera struttura di Destiny 2, con nuove missioni della Campagna principale che esplorano la storia del cacciatore caduto Cayde-6, da cui parte il prologo. Le Prigioni degli Anziani sono scosse da una violenta rivolta interna, con i Cabal e l’Alveare che tentano di evadere dalle loro celle. La situazione è ormai al collasso, la sicurezza manomessa, in un  crescendo di eventi che ci porta a scoprire la vera causa del problema: Uldren Sov, la nemesi della storia de I Rinnegati. Il suo intento è quello di liberare gli otto Baroni del Casato dei Re, al fine di reclutare un potente e personale esercito da scagliare contro i Guardiani, contro di noi. La sua rocambolesca fuga, avvenuta durante la distruzione dell’Astrocorazzata, lo ha reso un nemico ancor più deciso e pieno di rabbia, desideroso di vendicarsi contro i portatori della Luce. Il ritmo è sempre battente e incalzante, un ottimo esempio di come costruire un incipit carico di adrenalina, tra filmati ben realizzati e fasi shooting. Il taglio e la regia si confermano di alto livello, così come accadeva durante la narrazione di Destiny 2, uno dei maggiori lavori rispetto alle scialbe e anonime missioni del primo capitolo. Viene aggiunta anche una nuova razza, gli Infami, che dona una maggior varietà duramente le fasi di gioco e introduce un background storico consultabile attraverso una versione rivista del Grimorio. Ottima la caratterizzazione, così come quella degli otto Baroni, molto belli sia dal punto di vista estetico che da quello strettamente legato all’economia della trama. Ad arricchire il carnet de I Rinnegati, vi sono nuove armi e armature esotiche, fiore all’occhiello di ogni Destiny, con versioni davvero affascinanti e originali riprodotte su schermo, con un lavoro di design e artistico che ha pochi rivali nel mondo degli FPS. L’introduzione dell’Arco è una di queste, una variante sci-fi che richiede un’elevata precisione nel colpo, per un tempo di ricarica lento e una cadenza più bassa dei revolver, ma con danni ben più elevati in caso di colpo critico. La soddisfazione è davvero estrema, forte del gunplay che Bungie ha sempre saputo dare ai suoi giochi, con un feedback e feeling delle armi tangibilie, vivo, preciso, appagante. 



Per quanto riguarda la parte multiplayer, la modalità Azzardo rappresenta il perfetto connubio tra PvE (umani contro computer) e PvP (umani contro umani), con un struttura estremamente originale all’interno del genere, una vera e propria novità che punta ad essere il target di riferimento per gli scontri online.
Iniziamo nello spiegare cosa offre e come è strutturato Azzardo: in due arene identiche e separate, quattro giocatori per squadra devono sconfiggere ondate di nemici, fino alla comparsa del Boss. Chi riesce per primo nell’obiettivo di sconfiggere il Primordiale Corrotto, conquista un punto, mentre la partita viene vinta al meglio delle tre. La struttura è quindi semplice, fatta di partite avvincenti e dalla durata contenuta, con un ritmo sempre veloce ed estremamente dinamico. Ad arricchire le meccaniche, ci sono altre variabili: l’arrivo del Boss presuppone l'accumulo di settantacinque particelle di luce, lasciate cadere dagli avversari uccisi, e che andranno depositate su una struttura apposita denominata banca. Ogni venticinque, inoltre, si attiva un meccanismo interessante, ovvero la componente PvP, con l’apertura di un portale che permette ad un solo partecipante della squadra di invadere l’altra arena, nel tentativo di rallentare le operazioni e di uccidere quanti più avversari umani possibile. Questa opportunità modifica in maniera sensibile l’esperienza, con un lavoro di squadra e tattico che emerge con veemenza, proprio durante l’invasione, con il giocatore più forte o in quel momento dotato di una Special a farsi carico della situazione, spesso in divenire ed in rapida evoluzione. 

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