The Master, recensione film. Tra Scientology e turbamento intimo

Cinema / Recensione - 03 January 2013 07:00

Presentato in concorso all'ultimo Festiva Internazionale del Cinema di Venezia, The Master è stato uno dei film più premiati del 2012

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The Master è stato presentato alla scorsa 69° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia dove è stato premiato con il Leone d'Argento per la regia di Paul Thomas Anderson e con la Coppa Volpi per le interpretazioni di Philip Hoffman e Joaquin Phoenix.

Freddie Quell (Joaquin Phoenix) è un marinaio che alla fine della guerra si ritrova a dover reinventare la propria vita, dimostrando scarsa capacità di adattamento e facile irascibilità. Trova rifugio in una nave dove incontra Lancaster Dodd (Philip Hoffman), capo di un gruppo religioso, che tenta di aiutarlo attraverso la cultura della disciplina.   Philip Hoffman nelle vesti di Lancaster Dodd offre un'interpretazione efficace e meritevole di considerazione. Dodd è a capo di un gruppo che propone la conoscenza di sé e cure mediche attraverso la connessione con le proprie esperienze spirituali passate. Nel film viene ovviamente presentata la critica degli ambienti scientifici alle teorie di Dodd e la reazione del fedele amico Freddie Quell. Due forme di disagio a confronto, una dimensione sociale rappresentata dall'epoca in cui tali teorie venivano manifestate, una dimensione personale e intima rappresentata dal personaggio di Freddie. Nel cast figura inoltre anche Amy Adams, prossima a vestire i panni di Lois Lane in Man of Steel, che interpreta la moglie di Lancaster Dodd.

The Master è ambientato negli anni cinquanta ed è legato al clima del dopoguerra. Il regista descrive accuratamente i rapporti che emergono all'interno del movimento religioso ed il ruolo di Freddie. Quest'ultimo si pone come un elemento profondamente turbato che dona alla trama la necessaria imprevedibilità, un elemento che nella sua irrazionalità permette allo spettatore di porsi questioni rilevanti circa le tematiche trattate. Un film drammatico diretto con sagacia ed interpretato con autorevolezza, il regista ha saputo districarsi con efficacia descrivendo un contesto sociale e personale complesso.

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