Recensione film Una famiglia perfetta, la doppia finzione di Sergio Castellitto

Cinema / Recensione - 29 November 2012 06:48

Paolo Genovese dirige un cast composto da Sergio Castellitto, Carolina Crescentini e Claudia Gerini

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Una famiglia perfetta ricalca i temi pirandelliani che il regista Paolo Genovese ha trattato anche in film precedenti. La trama ruota attorno a Leone (un catartico Sergio Castellitto) che vive nella sua solitudine perenne, e stanco di monologhi decide di ingaggiare una compagnia teatrale che allieti il Natale.

La compagnia vede come capocomico Fortunato (un istrionico Marco Giallini), con contorno di attrici come Sole (un’irruente Carolina Crescentini), la problematica Carmen (Claudia Gerini) e Nonna Rosa (Ilaria Occhini). Nel cast c’è anche Francesca Neri. Ma Leone avendo pagato si sente in dovere di poter cambiare le carte in tavola, e metterà a dura prova la nuova famiglia acquisita.

Paolo Genovese nel precedente Immaturi - Il viaggio (2012) aveva affrontato il tema della finzione, con gli otto adulti scolari che si trasferiscono nell’isola di Paros in Grecia per far rivivere un passato giovanilistico che non c’è più. Lo stesso personaggio interpretato in Immaturi da Paolo Kessisoglu fingeva di avere un figlio per fuggire dalla donna che lo assilla, tanto che poi paga il ragazzino costringendolo a mentire.

Paolo Genovese nello stesso film Nessun messaggio in segreteria (2005) raccontava dell’uomo anziano interpretato da Carlo Delle Piane, il quale cercava nel giovane Piero (Pierfrancesco Favino) un modo per riempire la propria vita, ossessionandolo quasi come un padre. 

Un tema, quello metatestuale che è ben calibrato in Una famiglia perfetta, composto da un cast armonico e coeso, che dall’altra parte cerca di dare colore all’asprezza del paesaggio in cui è ambientato, la città di Todi. L’ascendenza della sophisticated comedy è evidente, con richiami anche ad Arsenico e vecchi merletti (Arsenic and Old Lace, 1944) di Frank Capra, tanto da non riuscire poi ad intravedere chi sia il savio e il pazzo. Un gioco di specchi che evidentemente non svia dalla tematica di fondo, malinconica nel momento in cui il protagonista Leone si mostra in tutta la sua fragilità.

Sergio Castellitto è ormai un attore monolitico, capace di passare con disinvoltura dalla regia di Venuto al mondo - sempre distribuito da Medusa - ad interprete calibrato. Una piacevole riscoperta è quella dell’attrice Carolina Crescentini: era dal film Generazione mille euro (2009) di Massimo Venier che non alternava con tanta perizia il registro serio a quello comico. Marco Giallini propone una figura di capocomico avaro e dittatore, alla fine più cinico del povero Leone abbarbicato dietro la sua maschera di ferocia. 

Una famiglia perfetta è attraverso questo aspetto di doppia finzione che alla fine pare un film distante, quasi nascosto dietro i suoi personaggi che non riescono a far emergere la storia: una sceneggiatura - quella dello stesso Genovese con Luca Miniero, Marco Alessi da un soggetto di Fernando Leon de Aranoa - che dopo la metà tende ad arrovellarsi su sé stessa senza un punto di fuga. Ossia cadendo nel rischio di chi non sa sviluppare un originale assunto iniziale.

Ma la sophisticated comedy è ardua da sviluppare: c’è riuscito di recente il regista Dennis Dugan nel film Mia moglie per finta (Just Go with It, 2011) con Jennifer Aniston e Adam Sandler. Anch’esso affrontava il tema della finzione, ma era tratto da Fiore di Cactus (Cactus Flower, 1966) di Gene Saks e scritto da I.A.L. Diamond, sceneggiatore di Billy Wilder.

© Riproduzione riservata




Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon