Venezia 76: recensione film Wasp Network

Cinema / News - 02 September 2019 16:00

Per la regia Olivier Assayas di protagonista Penelope Cruz

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Wasp Network, proiettato in concorso al Festival di Venezia, narra la vicenda umana di cinque cittadini cubani che negli anni novanta vennero imprigionati dagli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio. Descrive le dinamiche familiari subite dai protagonisti e gli intrighi che hanno caratterizzato la loro esperienza ed affronta aspetti legati all’etica comportamentale che li ha contraddistinti. La narrazione si sviluppa seguendo la successione temporale degli eventi storici. Lo spettatore, almeno colui che non è informato dei fatti occorsi, viene edotto delle motivazioni della diserzione dei cinque militari cubani mediante l’utilizzo di una tecnica documentaristica che spezza lo stile della narrazione e permette di contestualizzare la trama. Un escamotage necessario per non annoiare lo spettatore e permettere di concentrare la narrazione sulla vita dei personaggi. 
Penelope Cruz interpreta Olga, la moglie sconvolta dalla decisione del marito che vive il conflitto interiore di una scelta subita e non condivisa, rivelatasi poi motivo di unione e di forza nel tentativo di tenere salda la famiglia disaggregata dalle volontà personali e dalle leggi relative all’immigrazione. La sceneggiatura propone un’attenta disanima comportamentale dei cinque apparenti disertori, descrivendo il tradimento di chi si lascia corrompere per denaro o di colui che invece decide d’essere un esempio per le proprie figlie nonostante gli svantaggi che tale assegnamento procura. 

© Riproduzione riservata


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