Sopravvivere alla convivenza: tutti i segreti di una vita felice insieme

Daily / News - 21 November 2013 17:34

La convivenza non è un'esperienza facile, questo si sa. Molte coppie che condividono lo stesso tetto da tanti anni danno il loro rapporto per scontato e hanno la presunzione di conoscere il lor

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La convivenza non è un’esperienza facile, questo si sa. Molte coppie che condividono lo stesso tetto da tanti anni danno il loro rapporto per scontato e hanno la presunzione di conoscere il loro compagno in modo  approfondito, di sapere di cosa ha non ha bisogno, fino al momento in cui, con amara delusione, scoprono che del partner si ha una conoscenza piuttosto superficiale. Ed è proprio per questo motivo, ovvero la conoscenza dell’altro, che troppo frequentemente la vita a due può riservare la falsa aspettativa di una ‘felicità eterna’ e riserva alla coppia delle brutte sorprese.

Ma allora esiste una ‘ricetta’ da seguire per stare bene con il proprio amato e instaurare un rapporto duraturo senza incappare in spiacevoli sorprese? A dare una risposta scientifica all’ardua domanda ci pensano le due psicologhe statunitensi Cindy Hazan e Debra Zeffman. Stando alle loro esperienze professionali, esistono due passaggi che vanno dalla nascita al consolidamento di un rapposto sentimentale duraturo e stabile nel tempo. Analizziamo la prima fase, ossia l’attrazione.

Essa è caratterizzata dal corteggiamento reciproco dei futuri partner, che si scelgono in quanto individuano l’uno nell’altro la persone che più di ogni altra sembra avere interesse nei suoi confronti. Qusta dinamica fa scattare in modo inconsapevole specifiche tipologie comportamentali.

Nel momento in cui la coppia si è formata si passa all’innamoramento, fase del rapporto caratterizzato dalla passione. La tenerezza che domina ora caratterizza il contatto fisico, cambia anche il tono di voce che diventa molto più dolce, tant’è che questo meccanismo è stato chiamato da Savarese love-talk che ricorda molto da vicino il baby-talk, che sarebbe il modo di parlare della madre nei confronti del proprio bambino con fare dolce e premuroso. Se il partner si mostra capace di porsi come rifugio sicuro, all’innamoramento subentra l’amore: dalla passione si passa all’intimità e le emozioni prevalenti diventano la fiducia, l’affetto, il calore. Si passa quindi alla quarta fase, quella dell’attaccamento, caratterizzata dall’impegno: forti della base sicura che il  legame con l’altro rappresenta, i due partner possono ora orientare le loro energie verso gli impegni del mondo circostante, le amicizie, il lavoro, i figli. 

Ma cos’è che si insinua un una di queste quattro fasi e causa l’inclinazione o la rottura di una storia d’amore? Perché non sempre si ‘sta bene’ e si è felici con il proprio partner che si credeva quello giusto? in aiuto ci viene la professoressa Franca Tani, la quale afferma che: “Non esiste un decalogo per quella che Tolstoj chiamava la “felicità coniugale”, come del resto non esiste nessuna “ricetta” per essere dei buoni genitori. Ognuno deve trovare il proprio modo, unico e irripetibile, di costruire la propria vita di coppia.” La Prof. afferma però che “Certo è vero che alcuni comportameti individuali possono giovare alla relazione, come la maturità personale, la sicurezza dell’attaccamento, il rispetto per l’altro, la disponibilità all’ascolto e all’accoglienza, la flessibilità mentale, la capacità di comprensione e quella di mediare i conflitti che inevitabilmente si pongono all’interno della vita di coppia, la pazienza. Sono tutti aspetti che indubbiamente possono aiutare a sciogliere quello che è il nodo centrale di ogni relazione sentimentale: la capacità di trovare un soddisfacente equilibrio fra dipendenza ed autonomia, fra affermazione di sé e rispetto dell’altro\". 

Si potrebbe discuire all’infinito dell’amore e di tutte le sue sfaccetature. Il fatto è che, fortunatamente, non esiste solo un tipo d’amore, proprio come decantava Prvert l’amore può essere tanto romantico quanto distruttivo ed essere “Bello come il giorno e cattivo come il tempo”

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