Serie tv da vedere, American Crime e la realtà dal giudizio sospeso

Tv / Thriller / News - 21 October 2015 18:47

American Crime è la nuova serie disponibile su TimVision dalla trama in bilico tra morale e ambiguità: la recensioni sono buone, per un prodotto Disney-Abc ideato da John Ridley

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American Crime è una delle serie più attese in Italia, per la commistione di tematiche concrete e al contempo sociali. Innovativa è anche la modalità di distribuzione, perché si tratta della prima serie trasmessa in esclusiva da TimVision.

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Trama. A produrla è la Disney attraverso la Abc: la trama segue la criminalità che comincia ad insediarsi in una tranquilla città californiana, Modesto: in casa una giovane coppia è aggredita, il veterano Matt Skokie è assassinato e la moglie Gwen percossa. Russ Skokie e la sua ex moglie, Barb - interpretata da Felicity Huffman già protagonista di “Desperate Housewives” - tornano a Modesto a seppellire il loro figlio e chiedere giustizia per l'omicidio. Nel ruolo di Russ c’è l’attore premio Oscar Timothy Hutton.

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I capri espiatori sono quattro uomini di origine ispanica che vengono arrestati, e quando le autorità cercano i colpevoli i sospetti sono motivati da pregiudizi razziali e di classe, nonché sessuali piuttosto che da prove tangibili.

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Recensioni. Per il San Francisco Chronicle “American Crime” - uscita negli Usa il 5 marzo 2015 - mostra un’efferatezza reale, “con grinta, coraggio. È una delle migliori serie che vedrete in TV quest'anno: punta alla verità e non tira pugni per arrivarci”. Anche il The New York Times sottolinea questo aspetto esimente nel giudicare gli eventi, ribadendo che “il crimine non è fondamentale (...) la rabbia degli accusati, il dolore delle famiglie delle vittime, la ricerca, la difesa e l'accusa si tinge di pregiudizio”.

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Disney. Il titolo di una serie come “American Crime” che potrebbe focalizzarsi su gesti efferati in realtà rimanda a come si individui un colpevole e sugli errori che questo processo può comportare. Il pregiudizio è il tema essenziale, un atteggiamento erroneo della moralità umana che risponde poi alle tematiche preferite della Disney, ovvero le discriminazioni razziali e il pathos che si concentra sulle vittime, come nel recente film “The Help”. La stessa ABC che dopo “C’era una volta”, “Scandal” e “Le regole del delitto perfetto” tenta una serie più aspra, come ha fatto la HBO con "True Detective".

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Morale. Su questo moralismo si concentra l’opinione di Usa Today, che considera “American Crime” permeata di interruzioni che rappresentano l’obiettivo della serie: “i personaggi si mostrano come una raccolta di tipi sociali, scelti per rappresentare i loro problemi. Si imbattono in persone reali, profondamente viziate, catturate in un sistema che sembra non prendersi cura di nessuno di loro”. La discriminazione sessuale è mostrata in forma privata, quasi familiare: “nessun padre vuole leggere delle gesta selvagge sessuali della figlia, ma allo stesso tempo American Crimine fa sembrare Tom - interpretato da W. Earl Brown, n.d.r. - un dinosauro genitoriale (sembra più preoccupato per le implicazioni di piacere erotico che su cosa la figlia combini di notte)”. La discriminazione di classe - altra tematiche cara alla Disney - è considerata sempre dal The New York Times come “immersione totale nelle collisioni sociali (...) niente è semplice o chiaro. Le vittime non sono necessariamente innocenti, e il colpevole non è sempre in colpa”.

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Gli aspetti più disturbanti sono quelli in cui una persona qualunque per reagire ad un’ingiustizia subita supera il proprio torpore: “Non c'è nulla che io non farò per il mio bambino" dice la dolente madre Barb dopo la morte del figlio. È “l'incarnazione di una giusta furia, che diventa l'articolazione fondamentale del problema in “American Crime” afferma Variety. La recitazione degli attori è considerata di “prestazioni superbe” (Yahoo TV). Le scene di violenza sono assenti.

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John Ridley. La serie è ideata da John Ridley, che ha scritto la sceneggiatura del film Oscar "12 anni schiavo”: si allinea al solco di quelle real-crime di recente produzione, come “Fargo”, “The Fall”. Il male si connatura nella realtà quotidiana, non come in serie come “Power” dove esso è più altolocato e non rinvenibile nel giardino di casa propria.

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