Alexandra Daddario, è l'imponente Costance nel nuovo film 'Abbiamo sempre vissuto nel castello'

Cinema / Thriller / News - 20 June 2017 08:00

"Abbiamo sempre vissuto nel castello" è il film tratto dal romanzo di Shirley Jackson. Alexandra Daddario è la protagonista.

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Alexandra Daddario, una delle attrici più versatili nella recente cinematografia di Hollywood dopo l’obsoleto “Baywatch” sarà in un film completamento diverso.

“We Have Always Lived in the Castle” è il titolo, diretto da Stacie Passon e interpretato anche da Sebastian Stan, Taissa Farmiga e Crispin Glover.

Il film è tratto dall’omino romanzo della scrittrice Shirley Jackson, consacrata come uno dei migliori autrici della letteratura del 1900.

Merricat Blackwood (che nel film sarà interpretata dalla Farmiga) e la sorella maggiore Costance (Daddario) vivono in una grande casa con lo zio Julien (Glover). Si trovano in un grande parco, isolato dal vicino villaggio. Da sei anni Constance non lascia la casa, vedendo la vita trascorrere nel vasto giardino. Lo zio Julian, costretto su una sedia a rotelle scrive e corregge il suo libro di memorie, mentre Constance si prende cura di lui.

Lo zio comincia a divagare, raccontando anche gli eventi del passato e rivelando ciò che accadde al resto della famiglia Blackwood: sei anni prima, sia i genitori Blackwood (John e Ellen), la zia (moglie di Julian), e un fratello minore (Thomas) sono stati uccisi. Dell’arsenico venne mescolato alla ciotola dello zucchero della famiglia e spruzzato sulle more, a cena. Anche Julian venne avvelenato ma sopravvisse. Constance, che non mise lo zucchero sulle sue more fu arrestata e poi assolta dal crimine.

Merricat non era a tavola, poiché per punizione fu mandata a letto senza cena. Nel villaggio tutti credono che Constance sia l’assassina, per questo non esce dalla casa. Solo Merricat a piedi va in paese due volte alla settimana per fare la spesa o acquistare libri, pur dovendo affrontare l'ostilità degli abitanti, mentre gruppi di bambini la provocano.

Merricat ha anche un libro: è inchiodato ad un albero e produce una specie di magia - più suggestionata che reale - per cui lei avverte i prossimi cambiamenti. Quando il loro cugino Charles (Stan) giunge per una visita, fa velocemente amicizia con Constance, insinuandosi nella sua fiducia. Charles avverte anche l’ostilità di Merricat ed è sempre più scortese con lei, sa anche del denaro custodito nella cassaforte del padre, e lentamente fa cedere Costance alla propria avances. Merricat comprende che la suggestione magica del libro inchiodato la sta consigliando di non fidarsi di lui: ora lo considera un demone e un fantasma e adotta vari mezzi per allontanarlo. Anche lo zio Julian è disgustato da Charles, che ha ottenuto il proprio obbiettivo di creare dissidi nella famiglia.

Segue un incendio, dopo il quale Merricat e Constance devono fuggire. La casa sventrata sembra un castello "turrito e aperto al cielo”, mentre le due sorelle dovranno decidere del loro futuro.

Un tema quasi dostoevskyano quello che la regista Stacie Passon si accinge a portare sullo schermo: il senso di colpa affligge i protagonisti, costretti a mentire per salvarsi a vicenda. E Alexandra Daddario si appresta a rappresentare un ruolo complicato, fatto di sotterfugi come è anche quello di Nicole Kidman nel film “The Killing of a Sacred Deer”.

“Abbiamo sempre vissuto nel castello” fu nominato dal Times come uno dei "Dieci migliori romanzi" del 1962, e Merricat nel 2002 è stato definito come uno dei miglior personaggi della letteratura del 1900.

Il romanzo diede una svolta alla letteratura horror, fatta ora di momenti inattesi, non spiegati e che si risolvono solo ai due terzi del racconto. Come “La lotteria”, novella del 1948 della Shirley Jackson e che - pubblicata con successo dirompente sul The New Yorker - racconta di un villaggio in cui gli abitanti sono in attesa spasmodica di una lotteria, rivelando alla fine che il premio è la lapidazione di una persona.

Per questa tensione lenta la Jackson - scomparsa nel 1965 - ha ispirato scrittori come Neil Gaiman (autore di “Americans Gods”), Joyce Carol Oates, Joanne Harris, Anne Rice e Stephen King.

“Avevo paura che mi toccassero e le mari mi piombassero addosso come uno stormo di falchi; era quella l’immagine che avevo sempre in mente, un nugolo di uccelli che mi attaccava, lacerandomi le carni con artigli affilati come rasoi”, racconta Merricat nel romanzo.

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