Vincere. Quale Potere?

Di questo film di Marco Bellocchio (La balia - 1999, L'ora di religione - 2002, Buongiorno, notte - 2003) c'è chi ha detto che parla della donna segreta di Mussolini, l'unica che a lui si sia ribellata, ma guardando con attenzione il film più che di ribellione forse si dovrebbe parlare di una vera e propria ossessione, di una passione così travolgente e devastante da fare dimenticare ad Ida Dalser, la donna in questione,
il suo amor proprio e il suo dovere, come madre, di proteggere suo figlio dandogli una vita serena e, soprattutto, reale. Come spettatrice, e ancor prima come donna, non sono riuscita ad empatizzare con la protagonista, una donna follemente presa dal violento carisma di un uomo (che sia un personaggio come Mussolini o meno) che non ha in testa altro che la vittoria politica, da cui il titolo. Eppure, come emerge bene sin dal loro primo incontro, Ida lo idolatra, non ricambiata, non facendo altro nella sua vita che inseguirlo per ottenerne il riconoscimento come moglie e madre del suo primo figlio. Certo è che Bellocchio ben ci descrive il clima di invasamento collettivo verso il Duce, tanto da far dire ad una suora (rivolta ad Ida) che doveva considerarsi una privilegiata anche soltanto per essere stata la sua amante e avere avuto da lui un figlio. Il personaggio di Ida è interpretato da un'adeguatissima Giovanna Mezzogiorno (L'ultimo bacio - 2001, La finestra di fronte - 2003, L'amore ai tempi del colera - 2007), che veste perfettamente il ruolo di una donna rabbiosa e orgogliosa, mentre il personaggio di Benito Mussolini è altrettanto ben interpretato da Filippo Timi (Saturno contro - 2007, In memoria di me - 2007, Come Dio comanda - 2008), che sa imitarne pose e atteggiamenti con grande maestria. La storia comincia a Trento nel 1909 in una sala in cui duellano verbalmente un prete e Mussolini che, da socialista ateo, sostiene la sua tesi sulla non esistenza di Dio in un modo che rapisce letteralmente Ida Dalser, lì presente. Il giovane Benito prende infatti l'orologio di uno dei presenti e aspetta che trascorrano cinque minuti, sostenendo che se Dio in quel lasso di tempo non lo fulmina significa che non esiste. Da quel momento in poi lo sguardo della protagonista resterà sempre fisso in modo adorante su quell'essere che tanto desidera ed ammira, portandola prima ad una relazione con lui estremamente fisica, carnale, poi a vendere tutti i suoi averi (atelier di moda, appartamento, gioielli) per sovvenzionare Il popolo d'Italia e, infine, a sposarlo, anche se di questo matrimonio si perderanno le tracce. Nel frattempo la figura di Mussolini si delinea sempre più come quella di un guerrafondaio, di uno uomo che anela al potere personale più che al riscatto del popolo, come invece aveva predicato agli inizi della sua carriera di socialista, e Ida gli è sempre acriticamente accanto, simbolo forse di quell'Italia che si è ciecamente abbandonata alla forza delle sue declamazioni. Partito per la guerra, Mussolini non farà più ritorno da lei, dimenticando per sempre il loro rapporto e ciò che lei ha fatto per lui. Ida, da quel momento in poi lo vedrà soltanto attraverso il cinegiornale, ad eccezione di un incontro/scontro con lui su un letto d'ospedale e con la nuova moglie Rachele. Le immagini di Mussolini d'ora in poi saranno quelle tratte
dal repertorio dell'Istituto Luce, che del resto intervallano di continuo il film conferendogli un senso di maggiore autorevolezza storiografica. Il film prosegue raccontando il parallelo trionfo politico di Mussolini e l'internazione lunga e dolorosa in un ospedale psichiatrico di Ida allontanata per sempre da suo figlio che il regime ha rinchiuso in collegio. Interessante è la figura dello psichiatra che saggiamente consiglia alla Dalser di mantenere un comportamento più remissivo, più compiacente e di evitare isterici sbandieramenti di una verità che la società fascista vuole mantenere nascosta per non turbare i rapporti con la Chiesa. Percorre quasi tutto il film una fotografia un po' cupa, dai colori scuri, e un'ambientazione per lo più notturna, in linea con i tempi duri che corrono. Buona la regia anche se non si può certo gridare al capolavoro.
Regia: Marco Bellocchio. Sceneggiatura: Daniela Ceselli, Marco Belloccio. Fotografia: Daniele Ciprì. Montaggio: Francesca Calvelli. Musiche: Carlo Crivelli. Interpreti: Filippo Timi, Giovanna Mezzogiorno, Fausto Russo Alesi, Michela Cescon, Pier Giorgio Belloccio, Corrado Invernizzi, Paolo Pierobon, Bruno Cariello, Francesca Picozza, Simona Nobili, Vanessa Scalera. Genere: Drammatico, Storico. Durata: 128 min. Paese: Italia, Francia 2009. Produzione: Offside, Rai Cinema, Celluloid Dreams. Distribuzione: 01 Distribution. Data uscita: 20/05/2009. Sito ufficiale: http://www.01distribution.it
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