Gli immigranti del film Black Star insegnano la dignità: incontro con il cast

Cinema / News - 03 October 2013 18:12

Francesco Castellani è il regista di Black Star, film che uscirà nelle sale il 10 ottobre

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Abbiamo incontrato a Roma il cast di “Black Star  -Nati sotto una stella nera”, film di Francesco Castellani che uscirà il 10 ottobre. Il film racconta di un campo di calcio occupato da rifugiati, i quali vogliono difenderlo dalle speculazioni finanziarie che vorrebbero costruivi un immobile. La storia nasce da episodi reali, quelli della squadra di calcio Liberi Nantes Football Club.

Daniela Conti della Liberi Nantes racconta dell'importanza del calcio a scopo di legame sociale. “Liberi Nantes e un'associazione sportiva nata nel 2007 con l'obiettivo ì della protezione dei migranti forzati, costretti a lasciare il paese. La prima idea fu quella di avvicinarli allo sport, nacque tutto al campo di Pietralata a Roma. Dopo un anno nacque l'idea della squadra, che gioca in terza categoria e che però fuori classifica perché le regole impongono di non poter competere con le squadre professioniste. Lo stesso campo del film è stato dato in concessione dalla regione. C’è anche una scuola d'italiano, e tutto la struttura avrebbe bisogno di vivere”. Per la Conti il film è anche un “modo per dire che esistono realtà come la nostra: lo sport è un'esigenza  secondaria, molti immigrati hanno necessità primarie. Ma dello sport hanno bisogno perché permette l’inclusione sociale”.

Alessandro Procoli, il protagonista del film racconta di come il film lo abbia immesso in una realtà che non conosceva: “Non avevo idea di cosa fosse fare diecimila chilometri a piedi. Ringrazio tutti gli attori, abbiamo fatto una grandissima squadra”.

Per il regista Francesco Castellani l’incontro con i giocatori non è avvenuto in concomitanza del film. “Li conoscevo da anni - dice sentitamente - Istintivamente penso che la cosa che insegnano è la dignità, perché sottovalutiamo che sono persone”. 

Mario Orfini, produttore assieme a Donatella Francucci nonché regista di film come “Mamba” (1988), “L’anniversario” (1999) afferma che l’avventura della produzione nonché distribuzione del film  è stata entusiasmante: “La distribuzione è indipendente. Io avevo qualche perplessità all'inizio, come farlo uscire, in che modo, le difficoltà della pubblicità. Poi leggendo la sceneggiatura mi sono trovato  d'accordo con Carlo Brancaleoni di Rai Cinema, sono stato contento alla fine che il film sia stato fatto. Mi sono detto che se un solo eroe del mare viene salvato da questo film con un balzo di coscienza, valeva pena realizzarlo”.

Gabriele Geri è un altro protagonista del film, e racconta che anche il casting si è sviluppato in maniera particolare: “In questo paese è molto difficile fare film perché ci sono molti attori bravi ma non conosciuti. Il paese è pieno di interpreti che sanno fare questo mestiere ma che sono invisibili. Un casting indipendente ha cercato di togliere il tappo di questo problema recitativo. Spero che il casting sia qualcosa di pionieristico”. Non sono mancate difficoltà realizzative, sorpassate poi dall’affiatamento: “Ci siamo trovati come una vera squadra, a quaranta gradi a luglio sopra in campo di pozzolana. O ti odi o ti ami”.

Per il co-sceneggiatore David Turchi la tematica aveva l’esigenza di essere raccontata: “Alcune  cose che volevamo dire le abbiamo veicolate. È un tema molto difficile da trattare, molto scottante. Cercare di fare una commedia trattando questi argomenti era una sfida molto grande. Una storia radicata nel territorio, gente giovane che ha voglia di fare. In questo caso ci siamo focalizzati sul fatto che un'idea - quella di creare un campo di calcio - viene tarpata da qualcosa di più grande, ossia interessi finanziari”. 

Chiude l’incontro Castellani, che racconta di Pietralata come un “mondo a parte, anche un genius loci. Quello di Pasolini. Molti profughi abitano qui, e per noi era inevitabile insistere, condividerlo con gli abitanti. L'idea è nata perché c'è stata la possibilità per un canale televisivo di raccontare questa realtà: si è  poi evoluta col tempo”. La musica comprende varianti dal blues alla classica e il regista tiene a sottolineare il contributo degli artisti: “Lucia Ronchetti, che è una compositrice. Ringraziamo Ennio Morricone che solo vedendo il film si è innamorato e ci hai regalato delle musiche. I Bufalo Kill che hanno composto il brano principale”.

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