Boris Pahor: 100esimo compleanno, 3 no al totalitarismo e 1 messaggio da Giorgio Napolitano

Comics / News - 27 August 2013 11:23

Il paladino degli sloveni d\'Italia, nativo di Trieste, ha compiuto ieri un secolo. Avverso sia al fascismo che al nazismo ed al comunismo, ha contribuito con la propria esistenza alla ricerca ed al

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Boris Pahor ha cento anni. Ieri il paladino degli sloveni d\'Italia ha festeggiato la sua veneranda età con un pranzo in compagnia del presidente sloveno, a Lubiana, ed ha ricevuto un messaggio d\'auguri da Giorgio Napolitano che diceva così: “In occasione del suo centenario desidero farle giungere i miei più sinceri auguri e partecipare simbolicamente ai festeggiamenti in corso a Lubiana e Trieste con sentimenti di gratitudine e di ammirazione per la sua attivita\' letteraria e per il lungo e concreto impegno contro tutti i totalitarismi del secolo scorso. I riconoscimenti che sta ricevendo in questi giorni dall\'amica Repubblica slovena e dal Comune di Trieste sono la concreta dimostrazione della ritrovata amicizia tra i popoli italiano e sloveno e del prezioso suo contributo nella ricerca della verità e dei valori di libertà e giustizia”.

Pahor, nato a Trieste quando la città costituiva il porto principale dell\'Impero Austro-Ungarico, a sette anni ha visto l\'incendio del Narodni dom, sede centrale delle organizzazioni della comunità slovena del capoluogo del Friuli-Venezia Giulia e ne è rimasto tanto impressionato che l\'esperienza torna spesso nei suoi libri. Dopo essersi laureato in Lettere presso l\'università di Padova, si è profuso nell\'insegnamento della letteratura italiana. Nel 1944 è stato catturato dai nazisti ed internato in vari campi di concentramento, in Francia ed in Germania (a Natzweiler-Struthof, a Dachau e a Bergen-Belsen). L\'opera più nota di Boris è proprio “Necropoli”, romanzo  autobiografico sulla sua prigionia  a Natzweiler-Struthof, in Alsazia.

Fra i testi tradotti o scritti in italiano di Pahor ricordiamo “Il rogo nel porto”, “La villa sul lago”, “Il petalo giallo”, “Qui è proibito parlare”, “Una primavera difficile”, “Piazza Oberdan” e “Figlio di nessuno”, per il quale, nel 2012, gli è stato assegnato il “Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni - città di Lecco”.

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