Sanremo 2012, da Emma Marrone a Chiara Civello il meccanismo dell’eliminazione in tempo di crisi

Daily / News - 16 February 2012 10:46

Ieri alla seconda serata del Festival di Sanremo quattro sono stati gli eliminati.

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Ieri alla seconda serata del Festival di Sanremo quattro sono stati gli eliminati. È dispiaciuta l’esclusione della briosa Irene Fornaciari con Il mio grande mistero, che gettava una ruspante modernità; allo stesso modo era innovativa la presenza dell’amore bohemien di Pierdavide Carone per una prostituta in Nanì; più prevedibile era l’eliminazione di Gigi d’Alessio e Loredana Bertè con Respirare, con un testo che pur nella modernità era minato dalla strana coppia che lo cantava; avanguardista alo stesso modo erano i Marlene Kuntz con Canzone per un figlio, portano lo stile rock su un palco tradizionalista. Dei quattro eliminati due saranno ripescati per la serata finale.

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Sanremo 2012 è un festival in bilico tra esplosione dello show e concentrazione di canzoni. Mentre nella prima serata ha colpito l’ora di Celentano, che ha surclassato le canzoni, mentre nella serata di ieri sera la concentrazione sonora è stata predominante.

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Proseguono quindi nella gara Dolcenera con Ci vediamo a casa ha sancito la maturazione della sua carriera, tra intimismo e esposizione fiera; Samuele Bersani con Un pallone è apparso meno impegnato socialmente, con un testo che generalizza una ipotetica crisi economica e la risolve in speranza; Nina Zilli con Per sempre pone la fiducia ancora nell’amore, con un’interpretazione versatile che oscilla tra il rimpianto degli anni ’60 e una ricercata modernità; Emma Marrone con Non è l’inferno  propone un testo scaltro che indaga sulle difficoltà economiche del periodo storico attuale, reso più cantabile dalla sua espressività; i Matia Bazar con Sei tu solcano la classicità melodica cantando ancora della speranza riposta dell’affetto; anche Noemi con Sono solo parole si affida all’amore, con dei versi che pongono fine al rimpianto affidati al suo carisma; Francesco Renga continua con il proprio stilnovismo che stavolta si concentra sulla bellezza della donna (dopo Angelo nel 2005 che si raccoglieva sulla nascita di un bambino); innovativa è la presenza ci Arisa con La notte, che dopo la ludica Sincerità (2008)  si chiude nella camera a far vagare i pensieri; spaesante è Chiara Civello (artista jazz) con Al posto del mondo che esordisce al Festival, con un testo che si colloca a metà tra il sociale e il sentimentale; infine Eugenio Finardi, che con E tu lo chiami Dio propone un’inusuale composizione a sfondo religioso in cui compare il tema dell’umiltà come unico modo di salvarsi.

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Tra i giovani, da segnalare è l’interpretazione di Erica Mou con Nella vasca da bagno del tempo; “voglio diventare vecchia / con le rughe tatuate” cita, seduta su uno sgabello mentre solca le corde di una chitarra. Una semplicità che in tempo di crisi aumenta le probabilità della sua vittoria. 

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