Recensione film Four Lions: ridere del terrorismo

Cinema / News - 03 June 2011 10:01

Si può essere sarcastici sui terroristi? Christopher Morris ci riesce

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Recensione Four Lions: ridere del terrorismo. Il film del comico inglese Christopher Morris ironizza sul terrorismo. E di questi tempi è più facile, per via dell’arresto del leader talebano Bin Laden.

La trama di Four Lions è quella di quattro islamici che, stanchi di come i Musulmani sono trattati, decidono di reagire. Il problema è che se tutti devono portare a termine un attentato, nessuno possiede quel cinismo necessario. E da qui agli esiti più catastrofici il passo è breve.

L’humour non può che essere british, soprattutto se relegato alla figura del comico Christopher Morris, scrittore, attore ed ex DJ radiofonico inglese. Morris è famoso per la su satira sulla politica, la religione, che nei programmi The Day Today e Brass Eye mette alla berlina. Famoso per la sua irriverenza ancorata a situazioni quotidiane (il farmaco chiamato “torta”, l’elefante con la proboscide bloccata nel suo ano), nonché per essere scomodo fustigatore (come il tema del panico morale che circonda la pedofilia tanto da avergli procuro diverse denunce), ha comunque riscosso buon successo con questo film, che ha incassato circa 4 milioni di dollari.

Four Lions non va tanto visto per la trama, in sé prevedibile pur nella sua assurdità, ma per come si intesse il motivo religioso integralista tra i vari personaggi. Tutti sembrano impossibilitati a lottare per la causa islamica, perché in verità vogliono vivere. E per un motivo superiore (il paradiso?) sono costretti a diventare kamikaze. Nonostante le loro paure, per un credente, la religione ha sempre la meglio sull’istinto. Ed è proprio come l’umorismo naviga tra i loro dialoghi, segnando lo sviluppo dei personaggi, l’aspetto del film più interessante. Con battute fulminati: quando i quattro si chiedono se uccidere la donna che – ospitandoli – forse ha scoperto il loro obiettivo, uno risponde: “Gli tagli e la testa e me la porti in un secchio”. Quando un loro amico, per errore finisce suicida vicino a delle pecore, e racchiudendo i suoi resti in una busta di plastica, si dice: “E’ un martire o è solo un montone al curry?”. Quando i quattro decidono di compiere l’attentato finale durante la corsa podistica di Londra, si vestono da pupazzi ed un poliziotto – riferendosi al caldo che dovranno sopportare - gli dice: “Morirete con questi costumi, ragazzi”. Uno di loro allora risponde: “Per una giusta causa però”.

Un film da vedere, che ha riscosso successo al Sundance Film Festival nel 2010. Una satira che non ci sentiamo di paragonare a Il dottor Stranamore (1964) di Stanley Kubrick perché meno lucido di questo, ma che ridicolizza il fanatismo di ogni religione.

© Riproduzione riservata




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