I Simpson e gli special natalizi, fra Dickens e Quentin Tarantino
I Simpson, celebre serie tv americana creata dal geniale Matt Groening, continua a stupire dopo tanti anni dall'esordio grazie alla rinfrescante varietà di citazioni e riferimenti colti e nazio

I Simpson sono ben più di un semplice cartone animato: da oltre venti anni rappresentano l'esempio più riuscito di satira sociale della società americana, e poco importa se tale risultato non è stato raggiunto grazie ad attori in carne ed ossa. Attraverso le gag solo in apparenza demenziali, Matt Groening e i suoi collaboratori hanno divulgato il proprio punto di vista sull'epoca contemporanea non solo negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo, raggiungendo una popolarità universale come raramente si era visto. Accanto agli episodi della serie tv canonica sono stati realizzati vari episodi celebrativi che sono diventati a propria volta una tradizione, come nel caso degli special di Halloween.
\r\nUn'altro filone privilegiato degli special è quello natalizio, basti solo dire che la première assoluta della famiglia più sgangherata d'America è proprio inerente alla massima festività cristiana: "Un Natale da cani", trasmesso il 17 dicembre del 1989. In questa puntata Bart, in uno dei suoi famosi colpi di genio, decide di tatuarsi e per rimuoverlo il resto della famiglia è costretto a spendere ogni centesimo dei risparmi per i regali. In un estremo tentativo di racimolare una somma decente, il capofamiglia Homer decide di scommettere gli ultimi dollari al cinodromo ma perderà clamorosamente, adottando il cane su cui aveva puntato e affibbiandogli il nome di Piccolo aiutante di Babbo Natale.
\r\nUno dei capisaldi dei Simpson è il ricco inventario di citazioni più o meno colte che si susseguono nel corso delle puntate; infatti, solamente nell'episodio "Una vita da cani" si ritrovano riferimenti ai Puffi, Batman, Goldfinger e Charlie Brown. Ma questo fenomeno si ripete per tutta la durata della serie tv e in particolar modo negli special come quelli natalizi; "Mister Spazzaneve", "Miracolo su Evergreen Terrace", "A Natale ogni spassolo vale", "Lei di poca fede", "Homer si gioca la dignità", "Tormenti di Neve", sono tutti episodi nei quali si gioca con le certezze piccolo borghesi della middle class americana e, fra un "d'oh" e una smorfia, si rimescolano Dickens e leggende pagane, riferimenti ai testi sacri e ai film di Quentin Tarantino.
\r\nDel resto questa è stata fin da subito l'impostazione che Matt Groening, sessantaduenne di Portland con ascendenze inglesi, tedesche e russe, ha voluto dare alla propria creatura. Agnostico e dichiaratamente sostenitore del Partito Democratico statunitense, Groening è un progressista che si tiene ben lontano dalla cultura un po' snob dell'elite intellettuale della costa est e non si vergogna di mostrare le proprie origini nazionalpopolari.
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