Intervista La scuola più bella del mondo, Christian De Sica: un film pieno di ottimismo

Cinema / Intervista - 08 November 2014 13:00

La scuola più bella del mondo, intervista al regista Luca Miniero e al super-cast composto da Christian De Sica, Rocco Papaleo, Miriam Leone e Angela Finocchiaro. Il film sarà nelle sale

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Mauxa intervista Luca Miniero, Christian De Sica, Rocco Papaleo, Miriam Leone e Angela Finocchiaro in occasione dell’anteprima del film La scuola più bella del mondo, in uscita nelle sale il 13 novembre. Per la terza volta Miniero affronta il tema della differenza e della difficoltà di convivenza tra nord e sud, dopo i successi Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord. Una commedia piena di allegria, ma che non nasconde anche un pizzico di amarezza.

D. Lei oramai è un regista affermato, ma quando si parla di commedie dal tono amaro è un vero campione. Come mai ha scelto di concentrarsi più su questo genere?

R. Luca Miniero: Credo che se facessi solo una commedia vuota mi direbbero che è sciocca come un cine-panettone; se cerco di fare una commedia con dell’amarezza mi dicono che è troppo retorica. Le commedie sono un bersaglio facile. In ogni caso in Italia si cerca solitamente di fare delle commedie commerciali, ed il giudizio generale è che ce ne siano troppe. Fortunatamente la come genere continua ad attirare, e le persone vanno ancora a vedere i film italiani: penso che possiamo ritenerci soddisfatti dei risultati del nostro cinema. Abbiamo inoltre grandi attori, non bisogna essere così critici nei suoi confronti.

D. Cos’ha di diverso questo film?

R. Miniero: Il tentativo del film era cercare un nuovo linguaggio, utilizzando il confronto nord-sud, che è quello che in questo momento più mi compete, però cercando soluzioni diverse anche dal punto di vista drammaturgico. Inoltre abbiamo utilizzato un cast di bambini davvero straordinari: sono molto contento del film.

D. Non ritieni quindi che la commedia sia un po’ in saturazione in Italia?

R. Miniero: Penso che la commedia sia il genere che in Italia incassa di più, è il cinema in generale che è in crisi. Non si può pensare che la commedia sia un genere vecchio, perché quando uscirà il prossimo film di Checco Zalone dovremo ricrederci.

D. Com’è stato lavorare con così tanti bambini?

R. Miniero: È stato molto bello e stimolante. La cosa più complicata è stata gestire le famiglie dei bambini, più che i bambini stessi. In ogni location in cui ci spostavamo dovevamo allestire una specie di “campo nomadi” per le famiglie. A parte gli scherzi è stata un’esperienza interessante, così come lo è stato sceglierli, abbiamo dovuto sostenere quasi 4.000 provini!

D. Il tuo scopo nella vita era il cinema?

R. Miriam Leone: Il punto d’arrivo è ancora lontano per me, sono solo all’inizio di un percorso recitativo. Faccio delle scuole di recitazione, ma ho avuto la fortuna di fare un “super-master”, avendo la possibilità di lavorare con attori del calibro di Angela Finocchiaro, Christian De Sica e Rocco Papaleo. Ho imparato tanto da loro e tanto da Luca Miniero, che è un regista che ama molto gli attori, e ci lavora molto insieme.

D. Come è cambiato il cinema italiano in questi anni?

R. Angela Finocchiaro: Da quando faccio cinema sembra sempre che stia morendo, che sia moribondo. Invece la fiducia del pubblico italiano è presente. La mia preoccupazione è verso le nuove generazioni, che partono con diffidenza, abituati a vedere altri genere film. Il cinema italiano dovrà in futuro probabilmente essere più trasversale. Ed è forse questa una delle maggiori qualità di Luca Miniero, possedere una buona dose di trasversalità di racconto.

D. In cosa è diverso questo film dai cine-panettoni?

R. Christian De Sica: Non ho mai avuto la possibilità di fare un film comico così pieno di tenerezza ed emozioni, sono abituato con la farsa. Il preside che interpreto è pignolo, burbero, competitivo, però crede nell’insegnamento. Con la vicinanza di Gerardo (Rocco Papaleo) riuscirà infine a cambiare. Questi due personaggi hanno un valore umano che nei cine-panettoni manca; lì bisogna essere sempre come un cartone animato, in over-acting. Questo invece è un film divertente, ma nel quale ci sono poche parolacce e non si usano escamotage di questo genere. Inoltre è pieno di ottimismo, più simile alle pellicole degli anni ’60: adesso nelle commedie sono tutti molto aggressivi e duri, mentre questo è un film per tutti.

D. Quanto ha influito la presenza dei bambini sul set?

R. De Sica: I bambini sono stati il vero valore aggiunto, personalmente mi hanno dato una grande mano, una frustata di vitalità. Inoltre quando reciti con dei bambini rischi sempre di risultare finto, perché loro sono molto veri, non recitano.

R. Rocco Papaleo: Per noi è stato come una sorta di stage, una rinfrescata alla nostra artigianalità. Dopo più di trent’anni di lavoro, corri il rischio di far diventare la recitazione più meccanica, ci si affida al mestiere a discapito della naturalezza. Questa sfumatura quindi si può perdere negli anni, ma lavorare insieme ai bambini e starci accanto per due mesi, è come riprendere contatto con il bambino dentro di sé.

D. Durante il film ci sono delle vignette animate che accompagnano il tuo personaggio, e che appaiono ogni tanto sullo schermo. Che significato hanno?

R. Papaleo: Per me questi fumetti sono come la materializzazione visiva dei sogni, una realtà disegnata dal proprio inconscio. Inoltre il personaggio che interpreto sognava di fare il fumettista, questo spiega la presenza delle vignette. I fumetti per me sono un modo molto concreto per visualizzare le proprie aspirazioni.

D. Il tuo personaggio ha accantonato i suoi sogni?

R. De Sica: Non ha accantonato i suoi sogni, è solo un po’ arido ed egoista, però è uno che crede nella scuola, perché ritiene che sia il futuro del Paese. Tanti anni fa, quando ero fidanzato con Isabella Rossellini, sua madre Ingrid Bergman mi disse: “Christian, io volevo diventare la numero uno come attrice; però sono la numero cento come donna, perché sono sola: per diventare una grande attrice ho rinunciato alla mia famiglia, ai miei figli, ed è stata una scelta dura”. E questo uomo ha fatto la medesima cosa, ha rinunciato alla sua ex solo per vincere coppe. Ma anche lui riuscirà a cambiare.

D. Progetti per il futuro?

R. De Sica: Ora sono a teatro con “Cinecittà”, però sto lavorando anche per un nuovo film, “Fraulein”, regia di Caterina Carone, mentre il produttore è Carlo Cresto-Dina: gireremo in un piccolo albergo di Bolzano.

R. Papaleo: Anche io sono impegnato con la tournée di “Una piccola impresa meridionale”, tra un mese ricomincio!

D. Basta cine-panettoni?

R. De Sica: Se Aurelio De Laurentiis chiama, io corro; anche se quest’anno me l’ha offerto e ho preferito rifiutare per dedicarmi ad altri progetti.

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