Intervista a Massimo Priviero, il rock raffigura il sorriso forte o il pianto

Daily / Intervista - 19 November 2013 12:06

Massimo Priviero risponde alle domande di Mauxa.com per la rubrica \"Di che cultura sei?\"

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Mauxa intervista Massimo Priviero. L\'artista ha pubblicato a settembre 2013 il nuovo album “Ali di libertà”, con cui ha inoltre festeggiato i venticinque anni di carriera.

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D. Nel singolo \"La casa di mio padre\" citi: \"E mi ricordo che avevo vent’anni, meravigliosi di chiara follia / Quando mio padre perse il lavoro, per una crisi nell’economia / Così lasciai la chitarra ad un chiodo e il giorno dopo finii di sognare\". Come mai hai scelto un ricordo personale per raffigurare un\'epoca? 

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R. Ogni canzone dell’album è molto autobiografica, e allo stesso tempo è condivisibile da più generazioni. I fatti e anche i drammi di un’esistenza costringono a scelte e cambiamenti e, come ben ti è chiaro, molte cose tornano ad accadere. Nuove generazioni che non avranno mai una casa propria, per esempio. E molte chitarre appese al chiodo come metafora di un sogno da mettere in un cassetto per far fronte a questi tempi. A queste generazioni spero che arrivi tutta la forza che ancora cerco di dare con la mia musica e con le mie parole. Spero la trovino anche nei momenti più intimisti o struggenti.  

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D. Pensi che il rock sia ancora la migliore forma di genere capace di rappresentare i chiaroscuri della realtà, come hai realizzato nella tua carriera? 
R. Quello che chiamiamo rock d’autore è ancora per me la chiave di lettura migliore. E, certamente, è la mia chiave. Ma è importante che questa lingua non rimanga il sottofondo di una giornata, magari trasmesso da qualche radiolina idiota. Che non sia solo superficie intendo. Oppure slogan accattivanti e storielle d’amor malinconico. Meglio sempre il sorriso forte o il pianto. Meglio provare ad essere ancora il più possibile liberi e veri.  

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D. In \"Alzati\" scrivi: \"Questa mattina mi sono alzato e ho camminato sulla mia via / Ho visto un vecchi ad un mercato, chiedere il costo della pazzia\". Il messaggio della canzone è positivo o polemico? 
R. È quello che vedi ogni giorno. Né positivo né polemico. È una foto del nostro tempo che spesso è infame, ancor più che ingiusto. Ho sempre provato a dare un po’ di voce a chi non ne ha. Continuerò a farlo anche per quel vecchio al mercato. Continuerò a dire anche a lui di cercare da qualche parte la forza di alzarsi.   

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D. Qual è il tuo film, attore e attrice preferito e perché? 
R. Amo alcuni grandi classici ma non sono un grande conoscitore. Ti direi “La grande fuga” e Steve Mc Queen. Come attrice, venendo ad oggi, ti direi Charlize Theron, che mi arriva ed è anche bellissima.

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D. Qual è il tuo cantante e album che più ti ha influenzato e ti ricordi dove lo hai ascoltato? 
R. Bob Dylan quand’ero ragazzino tanti anni fa. Nella mia camera e sul mio giradischi.

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D. Qual è il tuo prossimo progetto? 
R. Intanto i concerti per “Ali di libertà”. Poi, nei prossimi mesi, capirò meglio il capitolo successivo del mio viaggio e se ti farà piacere te lo racconterò.

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