Filming Italy Los Angeles, intervista a Tiziana Rocca

Cinema / Intervista - 26 February 2024 15:00

Il Festival Filming Italy Los Angeles si tiene fino al 29 febbraio

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Il Festival Filming Italy Los Angeles si svolge a Los Angeles dal 26 al 29 febbraio. Propone proiezioni, incontri con i protagonisti del cinema italiano. Tiziana Rocca ne è l’ideatrice. 

Come è nata l'idea di Filming Italy? 

Nove anni fa ho deciso che era molto importante promuovere il cinema italiano e i talenti italiani all'estero. Da qui l'idea di creare un festival a Los Angeles: un festival che potesse promuovere il cinema e le serie televisive italiane, i talenti italiani come Gina Lollobrigida, che ho portato al festival per due anni. Gina Lollobrigida, grazie a Filming Italy Los Angeles, ha ottenuto una stella sulla walk of fame nel 2018. Ho portato molti altri grandi talenti italiani come Claudia Cardinale, per sottolineare il lavoro dei nostri artisti negli Stati Uniti e ricordare il loro contributo nella storia del cinema.

Nel 2019 anche Giancarlo Giannini ha ottenuto una stella nella Walk of Fame, e a causa del covid siamo riusciti a ritirare il titolo l'anno scorso. Giannini è stato il secondo attore italiano, dopo Rodolfo Valentino, a ottenere la stella: siamo passati dal cinema muto a quello parlato. 


Los Angeles

Avete sviluppato anche una piattaforma online.

Siamo molto orgogliosi del lavoro di promozione, e cinque anni fa abbiamo realizzato anche la piattaforma digitale. Con la piattaforma digitale siamo riusciti a raggiungere un pubblico enorme in America: Connecticut, Ohio, Boston, San Francisco, New York... In tutti gli Stati Uniti. Abbiamo tantissime richieste per entrare nelle nostre sezioni, soprattutto per quelle dei film classici italiani restaurati che non si trovano sulle piattaforme online. 

Come è cresciuto il festival negli anni?

È importante portare il cinema italiano negli Stati Uniti. Ogni anno il festival è cresciuto sempre di più, arrivando a contare 80 titoli: 25 titoli dal vivo e 55 sulla piattaforma digitale tra cui anteprime di film e serie tv, grandi classici restaurati, documentari, opere prime in collaborazione con l'Associazione Women in Film con registe donne. L'obiettivo è dare visibilità e sostenere le donne nel mondo del cinema: registe, attrici, sceneggiatrici.

Il festival è divenuto un importante ponte tra l'Italia e l'America per la promozione del prodotto italiano e degli attori italiani che cerchiamo di valorizzare. In particolare, quegli attori italiani che sono venuti a Los Angeles da giovani e hanno fatto carriera. È importante premiarli e ricordare le loro origini. Cerchiamo di valorizzare l'italianità del nostro cinema. 


Quest'anno viene proiettato Django. Come è nata questa scelta? 

Quest'anno nell'omaggio a Franco Nero, in collaborazione con la Cineteca americana come facciamo sempre, ci sarà un omaggio alla sua carriera con il film Django.

Django è stato scelto perché è un film di culto. L'amore per il cinema delle persone che seguono le proiezioni dell'American cinematheque non poteva andare su un'altra scelta. La proiezione è già esaurita, alle 19.00 ci sarà una masterclass realizzata da Franco Nero insieme a uno dei registi dell'American cinematheque. Dopo la masterclass, ci sarà la proiezione del film, con la presenza di molti giovani appassionati di cinema che vedranno Django. È una grande emozione per il giovane pubblico che vedrà il film con il suo beniamino Franco Nero dal vivo. 

Pensi che il cinema italiano possa avere un appeal negli Stati Uniti? 

Certo, il cinema italiano può avere un appeal negli Stati Uniti. Quest'anno siamo molto contenti e onorati che Matteo Garrone abbia fatto questa straordinaria campagna per il film "Io Capitano", sia per la candidatura ai Golden Globe che per la candidatura agli Oscar come miglior film straniero.
Quest'anno è un grande anno per l'Italia, anche grazie a come il film è stato raccontato sul The New York Times, fino al film di Paola Cortellesi C'è ancora domani che ha sbancato il botteghino in Italia e battuto i film internazionali al box office e al numero di presenze in sala.
Questo dimostra che il cinema italiano, con la sua creatività, le sue idee, le sue storie originali, le sue storie in bianco e nero, con i sottotitoli in inglese, può conquistare il pubblico che è diventato un po' sofisticato e chiede di più a registi e sceneggiatori. Spero che questo sia solo l'inizio di un percorso che continui in questa direzione. 

Cosa bisognerebbe fare per aumentare la visibilità del cinema italiano all'estero? 

Faccio il festival per aumentare la visibilità del cinema italiano, per portare storie e commedie italiane che sono fatte molto bene e che a volte non arrivano negli Stati Uniti. C'è la volontà di portare generi diversi per far vedere e apprezzare anche al pubblico americano le nostre commedie italiane. Sicuramente il festival aiuta, con quattro giorni di full immersion di cinema italiano all'estero. 

Hai recentemente pubblicato un libro intitolato Immaginare l'impossibile. Qual è la difficoltà per una donna di organizzare un'impresa, in passato e oggi? 

Ho scritto il libro "Immaginare l'Impossibile" pubblicato da Sperling & Kupfer. Il libro è una grande energia per incitare i giovani. Quando ho iniziato in questo mondo degli eventi, sono stata una delle pioniere del marketing anche attraverso gli eventi delle grandi aziende. In un mondo prettamente maschile a livello professionale, ho sempre cercato di andare dritta per la mia strada, di non mollare mai, di superare tutti gli ostacoli e di non arrendermi.
Sono una delle poche donne organizzatrici di festival. Ho realizzato un premio a Venezia come direttrice di Filming Italy in Venice. Sono felice di aver abbattuto le barriere, di aver sempre sostenuto il lavoro delle donne anche quando molti anni fa non era di moda. Nel lavoro delle donne nel mondo del cinema, della regia, dell'imprenditoria come produttrici, come attrici, sceneggiatrici è molto importante fare squadra, anche se c'è ancora molto da fare. Ci sono ancora molte difficoltà, noi donne dobbiamo sempre fare un doppio lavoro e a volte abbiamo avuto meno accesso ad alcune posizioni che erano prevalentemente maschili.
C'è ancora molta strada da fare per raggiungere la parità di retribuzione e per ottenere un'equa distribuzione dei ruoli di donne e uomini. Essere donna a volte è stato uno svantaggio, ma ho sempre cercato di recuperare lo svantaggio con le idee, con l'energia, con la determinazione, con la voglia di arrivare, di farcela e di raggiungere gli obiettivi. 

Qual è la prerogativa che riconosci alle capacità femminili?

Noi donne abbiamo la forza e lo spirito di sacrificio che ci rende capaci di gestire insieme cose diverse: l'essere madre, il lavoro professionale, i rapporti umani. La donna ha questa capacità innata nel suo DNA.
È importante aiutare e sostenere le donne che vogliono avere successo professionale, non penalizzandole ma sostenendole. È importante che la società faccia sempre più un passo avanti e si impegni in questo senso.

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