Intervista alla scrittrice Patrizia Violi, l’attualità degli Affari d’amore

Comics / Intervista - 24 December 2012 14:32

Affari d’amore è il nuovo romanzo della scrittrice Patrizia Violi, edito da Baldini&Castoldi

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Mauxa ha intervistato la scrittrice Patrizia Violi, che ha pubblicato il romanzo Affari d’amore (Baldini&Castoldi). Molto attenta alle forme di comunicazione online, ha pubblicato anche Love.com o Una mamma da Url che hanno ottenuto ottimo successo di pubblico. 

Dal sito che gestisci, Extramamma.net, ai precedenti romanzi come Love.com o Una mamma da Url riservi molta importanza ad internet e alla comunicazione online. Come mai? 

Perché sono convinta che internet sia il futuro della comunicazione, anche se ci sono molte persone, soprattutto fra gli addetti ai lavori (giornalisti e professionisti dell’editoria) che hanno paura della democraticità che instaura la rete. Proprio a Bookcity, la rassegna letteraria milanese, sono stata a un dibattito in cui si discuteva del diritto d’autore e della sua evoluzione attraverso il web: gli “esperti” erano tutti della vecchia scuola, del cartaceo e parlavano delle tecnologie come del diavolo. Poi era anche divertente perché non azzeccavano in inglese neanche terminologie facili come  “access” e “google”...
Comunque, sono giornalista da tantissimi anni e sono anche sposata con un informatico della prima ora che già 15 anni fa, parlando della mia categoria profetizzava catastrofico a cena: “Voi giornalisti della carta stampata sparirete tutti!”. Ridevo e lo lasciavo parlare, ma ora la sua previsione si sta quasi avverando. Ho iniziato Extramamma.net cinque anni fa, un po’ per gioco, e invece mi ha regalato molta più visibilità che tanti anni di lavoro in redazione. Love.com racconta di un amore tornato a galla grazie a Facebook, mentre Una mamma da URL è un romanzo che è nato proprio dall’esperienza di blogger e dalla curiosità che mi ha suscitato l’universo parallelo di chi, appunto, vive in rete. 

Il tuo ultimo romanzo Affari d’amore racconta di tre generazioni di donne disposte a tutto per vivere nel lusso. Il linguaggio del romanzo è molto giovanile. Perché e qual è il tuo lettore?

Il mio editore mi aveva chiesto un romanzo d’amore e si prevedeva di avere un audience di lettrici giovani, romantiche, quelle dei romanzi rosa. Quindi anche il tipo di scrittura e il titolo dovevano rispecchiare questo input. Ma, con il senno di poi, mi accorgo che probabilmente abbiamo un po’ sbagliato bersaglio, infatti il romanzo non è la classica storia di sentimenti, è molto più cinico, ironico e anche realistico sulla società di oggi. 
La storia di donne che cercano di prendere scorciatoie, per risolvere i problemi di reddito, farsi mantenere da uomini ricchi è un atteggiamento utilitaristico classico (le mantenute, o le cortigiane dei tempi passati sono sempre esistite) ma oggi per colpa della crisi è certamente aumentato. Forse lo noto maggiormente perché vivo a Milano, una città dove l’apparire è sempre esasperato.
Tornando alla domanda, credo che il mio lettore tipo non sia necessariamente una ragazza sognatrice, ma la fascia di utenza sia più trasversale: anche gli uomini, dopo aver superato lo choc della copertina un po’ troppo “romance”, hanno apprezzato il romanzo.

Ad un certo punto in Affari d’amore la nonna Beatrice dice alla nipote Angelica: “Un barista, tu baci un barista pezzente in mezzo alla strada!”. Mi è parsa una fotografia dei rapporti generazionali lontana dalla realtà: cosa ne pensi? 

Immagino che intendi che le effusioni in mezzo alla strada oggi non scandalizzano più nessuno...ma nella mia storia la vergogna per nonna Beatrice, che è la matriarca di questa famiglia di donne rapaci, non è il bacio ma il “baciato”, il barista! 
Considerato dai suoi standard, dal suo redditest un uomo con cui non vale la pena intrattenere alcun rapporto, tanto meno una relazione d’amore dove l’emotività e la passione possono far perdere il controllo e quindi anche gli obiettivi. Se la nipote avesse baciato, e fatto anche altro in mezzo alla via, con un banchiere, per questa nonna sarebbe stato semplicemente perfetto. 

Molti scrittori scelgono oggi il percorso dell’auto-pubblicazione, con la diffusione degli ebook è dopo il successo di Cinquanta sfumature di grigio. Tu lo faresti?

A dir la verità, l’ho già fatto. Il mio primo romanzo Love.com l’avevo auto-pubblicato perché avevo avuto una delusione da un editore che stava per pubblicarlo, poi è cambiato il direttore editoriale e così è saltata la mia chance. Allora mi sono rivolta a Lulu.com e il mio romanzo veniva stampato on demand, se qualcuno lo acquistava in rete lo stampavano e spedivano. Un paio di anni dopo, ho pubblicato con Baldini&Castoldi Una mamma da URL e comunque aver nel curriculum un’auto-pubblicazione è stata una buona referenza. Poi ho incontrato Maria Paola Romeo, dell’agenzia Grandi&Associati, è diventata la mia agente e quando ha creato la collana di ebook Emmabooks le ho proposto Love.com e l’ha accettato. Per me il selfpublishing è una buona strategia per sondare il mercato, per la propria autostima e anche per dimostrare di saper costruire un romanzo. Capacità utile anche davanti a un futuro eventuale editore cartaceo.

Qual è il tuo cantante, film, libro, fumetto, serie tv preferita?

Cantante:  come solista Adele,  come gruppo The Killers perché mi piace soprattutto la voce del cantante. Mi inquieta un po’ la sua fede mormone ma cerco di non pensarci.
Per il film, I Tenenbaum, un classico, che ho visto tantissimo tempo fa ma mi aveva divertito molto. Poi un altro film un po’ insolito più recente è stato Tamara Drewe che parla della follia e della vanità degli scrittori. 
Per il libro, Che la festa cominci, di Niccolò Ammaniti che è sempre molto divertente. 
Per le serie tv, Mad Men, Downton Abbey, Modern Family, vivrei guardando sit-com! 

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