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American Gods recensione, il fumetto tratto dal bestseller di Neil Gaiman

"American Gods" il fumetto di Dark Horse giunge al secondo numero, mentre sale l'aspettativa per la serie tv.

American Gods recensione, il fumetto tratto dal bestseller di Neil Gaiman

American Gods #1” ha debuttato a metà marzo per Dark Horse, mentre il secondo numero è disponibile da mercoledì 12 aprile. Il fumetto è l'adattamento del pluripremiato omonimo romanzo fantasy horror (2001) di Neil Gaiman.
La sceneggiatura è affidata a Craig Russell (“The Sandman: The Dream Hunters”) in collaborazione con lo stesso Gaiman. Il compito di disegnare l'affascinante immaginario del libro spetta, invece, a Scott Hampton (“Hellboy”, “Batman”).


La trama ha come protagonista Shadow Moon che sta per tornare in libertà. In galera, ha avuto molto tempo per pensare: lo aspetta una bellissima moglie, un lavoro nella palestra del suo amico Robbie e il fermo proposito di stare fuori dai guai. Un bagno caldo e un paio di ciabatte suona come toccare il paradiso. Insomma, ci sono le buone premesse per guadagnarsi una seconda vita.
E invece, riceve la notizia della morte di Laura a causa di un incidente stradale. Uscito di prigione con qualche giorno di anticipo, una terribile tempesta crea grossi problemi al traffico aereo finchè Shadow, in seguito a una bizzarra serie di eventi, si ritrova seduto in prima classe accanto a un uomo misterioso: dice di chiamarsi Mr. Wednesday e mostra di conoscere molti particolari inediti della sua vita, tra cui anche la morte dell'amico Robbie. È improbabile che un ex galeotto possa sperare in un lavoro dignitoso, ma Mr. Wednesday offre a Shadow una proposta in merito discretamente allettante...
Da qualche parte a Los Angeles, manca poco a mezzanotte, una prostituta di nome Bilquis è in procinto di farsi letteralmente venerare da un nuovo cliente: in realtà, l'ignaro è nelle mani di una dea, una versione re-immaginata della leggendaria Regina di Saba, che finirà per risucchiarne il corpo in uno stato d'estasi totalizzante.

Il romanzo è incentrato sulla guerra in atto tra le divinità antiche e quelle moderne. Nei primi, troviamo gli dei della mitologia norrena (tra cui Odino, Loki, il rimpianto Thor suicidatosi negli Anni Trenta), egizia, africana, slava, nativa americana e altre, quelle più antiche giunte negli Usa attraverso i flussi migratori. Nel gruppo delle nuove divinità adorate, invece, si distinguono il Ragazzo tecnologico, la grande sorella TV, la dea Media.

La sceneggiatura segue fedelmente l'andamento del libro, i dialoghi sono brillanti con momenti umoristici, l'atmosfera minacciosa.
Disegni e colori supportano i diversi stati d'animo del protagonista, dall'attesa in prigione alla disperazione per la morte della moglie e, infine, lo smarrimento: si passa dalle tonalità grigie e uniformi degli ambienti carcerari ai toni accesi dei ricordi dell'amata Laura.
La sequenza finale incentrata su Bilquis, alias la Regina di Saba, è un'esplosione trionfale di tonalità selvagge, scioccanti quanti magnificenti.

“American Gods” debutterà come serie televisiva - ideata da Bryan Fuller e Michael Green, prodotta e trasmessa da Starz - il prossimo 30 aprile. Le aspettative sono alte grazie ai fan del bestseller letterario. Nel cast, Ricky Whittle (Shadow Moon), Emily Browning (Laura), Ian McShane (Mr. Wednesday).

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