Red Dead Redemption 2, recensione videogame per PS4 e Xbox One

Games / Recensione - 01 November 2018 14:00

Red Dead Redemption 2 è il western di Rockstar Games, il miglior open-world mai realizzato

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Red Dead Redemption 2 è il videogioco open-world western di Rockstar Games, ambientato a New Hanover nel 1899, negli ultimi anni del selvaggio e spietato west, tra fuorilegge e bande criminali. Dopo il successo mediatico e di vendite di Grand Theft Auto V, la casa americana ha spinto forte sul realismo, con un’opera maestosa, enorme nelle ambizioni e nei contenuti, un kolossal videoludico capace di ribaltare e riscrivere un intero genere, elevando di diversi gradini il concetto stesso di open-world. Red Dead Redemption 2 è la somma generazionale di ogni aspetto con cui Rockstar è divenuta famosa e conosciuta al mondo, l’unica software house in grado di realizzare prodotti di estrema qualità, unendo i giocatori hardcore e la massa di cosiddetti casual, senza alcun compromesso. Il risultato è uno dei migliori videogiochi mai realizzati, che stacca di gran lunga qualsiasi altro rivale, grazie ad una cura per il dettaglio, visiva e concettuale, una scrittura di altissimo livello e una costruzione del mondo di gioco inarrivabile.

Red Dead Redemption 2

La trama di Red Dead Redemption 2 ha luogo prima del capitolo originale, nell’America del 1899, con l’era del selvaggio West che è ormai sul viale del tramonto. La storia inizia con la fuga della banda capitanata da Dutch Van Der Linde, di cui Arthur Morgan, il protagonista del gioco, ne fa parte da più di vent’anni. Una pista mancata nella città di Blackwater, un colpo miseramente fallito ad un battello, costringono i componenti a rifugiarsi sulle montagne Grizzlies, dove un’inattesa tempesta di neve primaverile batte incessantemente sulla carovana ormai allo stremo. Un piccolo accampamento abbandonato è la sosta di fortuna della comitiva, mentre Arthur, Dutch e Micah partono verso una piccola casa illuminata al lambire del bosco.
Gia dal prologo si evince la grandiosità e ricerca stilistica di Rockstar, con un ritmo e una progressione che ricordano gli ultimi capolavori western di Tarantino, Django Unchained e The Hateful Eight. Il passo del nostro cavallo sulla neve, sferzato dalla tormenta e dal vento gelido, lascia orme e impronte a seconda della velocità, con la lanterna di Arthur ad illuminare parzialmente il suo scuro mantello. Le condizioni meteorologiche avverse, mai rese in maniera così tangibile, la neve alta sino alle ginocchia, gli sbuffi e scuotimenti del destriero, con un’eleganza e precisione straordinariamente vicine alla realtà, danno lentamente il benvenuto al giocatore. Il ritmo è infatti lento e la narrazione si prende tutto il tempo necessario, invita a scoprire ogni dettaglio ed elemento di cui è composto il gioco, tra azioni contestuali, oggetti da vedere e raccogliere.

La narrativa adulta, matura, violenta, fatta di dialoghi ironici e mai banali si unisce a personaggi carismatici, mossi e animati in maniera estremamente realistica, che vivono nell’ambiente di gioco e rispondono ad ogni nostra azione, secondo un sistema di onore che circonda le nostre scelte.
Le missioni hanno, nelle decisioni più importanti, un sistema di morale che permette di scegliere tra un approccio positivo e un altro sbilanciato verso il divenire uno spietato fuorilegge. Red Dead Redemption 2 può essere giocato interamente in prima o terza persona, divenendo nella fasi shooter uno sparattutto originale e atipico, che ricalca le dinamiche dei duelli e scontri a fuoco western: ad ogni colpo sparato, infatti, ne segue un altro di ricarica manuale, mentre il fuoco rapido restituisce il feeling “pistola alla cintola” tipico del tempo.
La profondità del gameplay sta anche nelle caratteristiche che marcano la grandezza di Red Dead Redemption 2 rispetto al resto dei videogiochi: insieme a meccaniche da gioco di ruolo, tra potenziamenti all’equipaggiamento e al cavallo, le nostre armi tendono a deteriorarsi con il loro utilizzo, e devono pertanto essere riparate o oggetto di manutenzione. Inoltre, a seconda del clima della zona, dovremo scegliere i vestiti più adatti, per non affaticare troppo il nostro personaggio. Sulla stessa linea c’è il sistema di riposo, igiene personale e alimentazione, che può far dimagrire o ingrassare Arthur: è fondamentale quindi mangiare e bere, pena una ridotta rigenerazione della Salute e Resistenza, insieme al Dead Eye, un sistema di mira al rallentatore. Tutte queste caratteristiche si potenziano con l’uso e completando determinate azioni, mentre gli empori forniscono provviste, cibo e bevande che possono farci recuperare in fretta la relativa barra.


Graficamente il titolo Rockstar stupisce per cura ed elementi a schermo, considerando la vastità della mappa, con una ricerca per il dettaglio davvero estrema, che surclassa in maniera a tratti imbarazzante qualsiasi titolo open-world uscito negli ultimi anni. Al di là della ricostruzione dello Stato di New Hanover, e di altre regioni, lo stile artistico dipinge un mondo credibile e realistico, ma soprattutto vivo, pieno di persone pensanti e animali che reagiscono a stimoli esterni e che hanno una proprio routine comportamentale. Sia passeggiando liberamente che andando a caccia, la fauna “riconosce” il giocatore, comportandosi di conseguenza, tra conigli e scoiattoli che attraversano la vegetazione, cervi che si abbeverano lungo corsi d’acqua e alzano la testa al nostro richiamo, orsi che cercano cibo e aggrediscono solo se avvicinati. Dal punto di vista dei nemici umani, invece, abbiamo un’intelligenza artificiale che si copre in maniera virtuosa, con ripari e posizioni che cercano di complicare le traiettorie di tiro al giocatore, senza essere dei meri bersagli, con un ragdoll credibile e vario a seconda dei punti e zone colpite. La palette cromatica e lo stile grafico tendono fortemente al fotorealismo, con situazioni di luce e climatiche ad impreziosire un impianto tecnico sublime, che conta decine di piccoli dettagli, tocchi di classe, minuzie, che sommate configurano una splendida e precisa costruzione del mondo di gioco, realistico sin nei minimi particolari. I colori pastello e l’effetto da pellicola cinematografica, con colori da preset neutro fotografico, configurano una fedele rappresentazione della realtà, in ogni più piccolo dettaglio. Le variabili meteorologiche, dalla neve al cielo limpido e terso, dalla nebbia mattutina alle vallate al tramonto, tra città vive e strade fangose, riescono sempre a stupire per cura e attenzione, una vera e propria ricerca di realismo che passa anche e sopratutto dal comparto visivo. Gli stessi abitanti e incontri casuali non si limitano a simulare un lavoro o un piccolo evento di gioco, ma reagiscono alla nostra presenza, oltre a vivere realmente all’interno del mondo costruito, con dialoghi e interazioni. Tutto questo configura un titolo dalle qualità uniche, un passo enorme verso quella sensazione di vivere in un open-world che finora è stata solo immaginata, mai realizzata effettivamente. Red Dead Redemption 2 è l’unico videogioco capace di compiere in pieno tale impresa, andando ben oltre qualsiasi altro rivale e ponendosi come nuovo termine di paragone all’interno dell’industria gaming.

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