Recensione Il gladiatore 2, un film dovertente e senza rischi

Cinema / Recensione - 14 November 2024 16:00

Ridley Scott torna al Colosseo in questo atteso seguito del suo classico.

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Film Contromano

Sono passati ventiquattro anni da quando l'epico film Gladiatore, vincitore di un Oscar, ha sedotto il pubblico. Con l'obiettivo di liberarsi della pelle morta dei suoi ultimi film, il regista ottantaseienne vuole vedere se siamo ancora in grado di divertirci. Il sequel della vicenda ambientata nell'Impero romano ha un bel po' di strada da percorrere. I film in questa posizione suscitano una combinazione contrastante di nostalgia e paura del disincanto. Tuttavia, questi sentimenti sono in grado di far restare salde le schiene sulle poltrone del cinema.
Frecce che volano, spade che colpiscono e grida di battaglia che ci fanno entrare in azione dopo aver incontrato brevemente l'umile e ormai cresciuto Lucius (interpretato da Paul Mescal, Aftersun) nei panni di un contadino e padre di famiglia in un paese dell'Africa settentrionale. Temendo che suo figlio potesse essere preso di mira a causa della sua posizione ereditaria nell'Impero Romano, la madre di Lucio, Lucilla (Connie Nielsen, One Hour Photo), lo ha mandato via per proteggerlo. La tranquillità di una nuova vita in una nuova terra svanisce quando Lucio e sua moglie partono per respingere le forze d'invasione guidate dal generale Marco Acacio. Senza avere il tempo di immergersi completamente nella storia, Lucio e i suoi compatrioti subiscono perdite sia nazionali che personali e vengono riportati a Roma come prigionieri.

Shadow of the Colossus


Sebbene sia venerato dal governo e dal popolo, Marco Acacio esprime il suo estenuante disprezzo per gli imperatori gemelli Caracalla e Geta e per la loro sete di conquista senza scrupolo. Pascal mostra il motivo per cui le sue azioni sono in ascesa, dando prova del perfetto temperamento di un uomo che resiste ai suoi superiori, pur nascondendo i suoi veri sentimenti. Notando la stanchezza delle masse per la loro tirannia, lui e la moglie decidono di organizzare un colpo di stato. Si scopre che la moglie è Lucilla, madre dell'uomo a cui ha appena sconvolto la vita.

Colpi e mancanze nella trama e nelle interpretazioni


Il film trova finalmente il suo ritmo quando Lucio trionfa nel Colosseo. La sua bravura impressiona un diabolico Denzel Washington nei panni di Macrinus, un ambizioso mercante di schiavi che scorge il segno del denaro negli occhi di Lucio e ne diventa acquirente. Una volta superate le CGI da quattro soldi, emergono le sfumature dell'interpretazione di Mescal. Non sta cercando di stare all'ombra del Massimo di Russel Crowe. Piuttosto che da uno stoico impulso a ripristinare la giustizia a Roma, Lucio appare sfiduciato e disaffezionato, mosso dall'amarezza, e afferma: "Questa città è malata". Tale elemento di sfida è una testimonianza della bravura di Mescal.



Gli eroi memorabili si distinguono dai cattivi carismatici. Joaquin Phoenix, nei panni del figlio del boss viziato con impulsi violenti e una vena incestuosa, ha fatto balzare agli occhi la ripugnanza di Commodo nel film Il gladiatore. Purtroppo, gli imperatori Caracalla e Geta appaiono come dei duplicati poco attenti e privi di mordente. Per contribuire al carico di cattiveria, le ambizioni politiche di Macrino rispecchiano gli intrecci burocratici di Roma, mentre diffonde il piano di rivolta di Acacio. Seminando zizzania tra i gemelli regnanti, mira al trono.

Scott offre una solida performance di regia. La scenografia è dettagliata e ricca. Il sound design è appropriato. Tuttavia, il copione è quasi identico a quello del film precedente. Ci sono grandi battaglie, punizioni, uomini deboli al potere e toghe. Sebbene la trama non riservi nulla di nuovo e si corrano pochi rischi, è proprio questo elemento a rendere il film divertente e soddisfacente. Dopo aver scoperto chi fosse il suo vero padre, Lucio incanala l'energia di un campione del popolo per affrontare Macrino nel finale. Forse questa storia non cavalca su carri di fuoco, ma chi può lasciarsi alle spalle le aspettative comparative può trovare la sua sete placata.

© Riproduzione riservata


Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon