Recensione film Vacanze di Natale

Cinema / Recensione - 23 December 2023 15:00

A 40 anni dalla sua uscita torna nelle sale il film Vacanze di Natale

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Esistono film che, a prescindere dai meriti strettamente artistici, riescono a rappresentare alla perfezione un periodo storico, un modo di essere. E Vacanze di Natale rientra proprio tra queste opere.

Non spetta a questo articolo dare un giudizio complessivo su quegli anni e neppure sostenere che il decennio più controverso, tra quelli più vicini, sia rappresentato soltanto da ciò che si vede nel lungometraggio, ma parlare di un’opera che ha saputo ben raffigurare un certo spirito dell’epoca.

E per chi volesse rivederlo e magari cogliere l’occasione per interrogarsi su che cosa sono stati gli anni Ottanta, sabato 30 dicembre “Vacanze di Natale” torna nelle sale in versione restaurata e rimasterizzata. Un appuntamento speciale pensato per riunire tutti i fan che ne conoscono a memoria le battute e le scene più esilaranti e ne ricordano perfettamente la colonna sonora in cui sono presenti alcuni dei brani più celebri di quel periodo. 


I film di Natale in streaming su Netflix - immagini

Trama di Vacanze di Natale

L’idea di partenza proviene “Vacanze d’inverno”, un lungometraggio del 1959, diretto da Camillo Mastrocinque, interpretato da Alberto Sordi e Vittorio De Sica, realizzato a sua volta sulla scia di una precedente opera nella quale lo stesso Sordi aveva recitato l’anno prima, “Racconti d’estate”, ambientato a Rapallo.

E’, insomma, una rivisitazione della commedia all’italiana, che rappresenta un’epoca senza volerla senza volerla né celebrare né condannare. A livello narrativo c’è una storia principale, formata dalle vicende delle due famiglie romane dei Covelli e dei Marchetti, e una trama secondaria che vede protagonisti Billo Damasco (Jerry Calà), che si deve destreggiare tra le sue numerose conquiste e la doppia coppia – campioni di infedeltà – formata da Donatone e Ivana Braghetti (Guido Nicheli e Stefania Sandrelli) e da Cesarino e Grazia Tassoni (Roberto Della Casa e Marilù Tolo).

I due gruppi si sfiorano appena e ad accomunarli sono più che altro la località di Cortina e il club dove suona Billo. Ad ogni modo, il lieto fine – è una commedia dopotutto – è garantito a tutti i protagonisti, che si ritroveranno l’estate successiva in Sardegna, altra località “must” del periodo. 


I molti punti di forza di Vacanze di Natale

Per questa recensione “speciale”, che di fatto diventa una sorta di retroprospettiva del periodo l’analisi del film viene effettuata ripartendola nei singoli argomenti presenti nell’opera, in ordine alfabetico o quasi.

Titoli di testa

Nessuno all’epoca utilizzò o avrebbe utilizzato il termine “Cinepanettone” per definire Vacanze di Natale, perché questa parola nel 1983 non era stata ancora inventata e per un lungo tempo ha avuto un valore negativo, che solo in un secondo tempo ha abbandonato per passare a indicare i film usciti durante le festività natalizie. Film i cui incassi, di solito generosi, hanno permesso di finanziare opere più prestigiose ma assai meno fortunate al botteghino.

Ambientazione

Non poteva non essere Cortina d’Ampezzo, all’epoca la località sciistica più cara e alla moda, che si contrapponeva al più proletario e meridionale Terminillo (la meta classica dei romani e dove ci si sarebbe aspettato di trovare i Covelli e i Marchetti). In quegli anni la neve non mancava ancora – il 1983 fu un Natale piuttosto freddo, piovve e nevicò – ma nel caso del film, girato in autunno, venne ovviamente ricreata artificialmente.

Benessere

L’Italia dell’epoca stava vivendo una nuova stagione di crescita economica, alla quale tutte le categorie sociali del Paese speravano di prendere parte, in modo più o meno ostentato e volgare. Ecco quindi esibiti, nel film senza cattiveria, i simboli del benessere dell’epoca: belle automobili, vestiti eleganti, generose mance (a volte con discutibili secondi fini), superalcoolici e personale domestico, “le filippine”, testimonianza vivente dell’appartenenza a una fascia sociale alta.

Colonna sonora

Se c’è una canzone che si lega in modo indelebile al film, questa è “Moonlight shadow” di Mike Oldfield, cantata da Maggie Reilly, presente nei titoli di testa del lungometraggio. A essere precisi non ci troviamo di fronte a una vera e propria colonna sonora, ma ad una scelta azzeccata delle canzoni che si sentivano nelle discoteche dell’epoca. Canzoni che, grazie al film, conobbero un nuovo successo proprio nelle discoteche del Natale 1983.

Insomma, un connubio insolito ma ben riuscito tra canzone e sceneggiatura, basti pensare ai brani cantati da Jerry Calà al pianobar, “Maracaibo” su tutti, o ad altre scene del film.

Protagonisti

Si tratta ovviamente di una rappresentazione satirica della borghesia rampante dell’epoca. Abbiamo i Covelli, famiglia romana di ricchi costruttori edili, dei veri signori fino a quando non aprono la bocca, e i Marchetti, un vero esempio dei famosi romani di Torpignattara, all’epoca un quartiere romano verace, oggi multietnico.

Ci sono poi i nordici, rappresentati dal Cummenda Donatone Braghetti (Guido Nicheli) e da Billo Damasco (Jerry Calà), l’aspirante playboy sciupafemmine, che suona al pianobar dell’albergo (con risultati incostanti).

Oggi, scorrendo l’elenco dei nomi, spiccano Claudio Amendola (Mario Marchetti), Christian De Sica (Roberto Covelli) e Stefania Sandrelli (Ivana Braghetti), ma all’epoca i nomi più noti erano altri: Jerry Calà (Billo Damasco), Riccardo Garrone (avvocato Giovanni Covelli), Mario Brega (Arturo Marchetti) e Guido Nicheli (Donatone Braghetti). Per non parlare di personaggi oggi semi sconosciuti o dimenticati come Antonella Interlenghi (Serenella), Karina Huff (Samantha) e Rossella Como (Signora Covelli).

Sesso e Turpiloquio

Vacanze di Natale riprese alcuni aspetti goderecci della commedia all’italiana, amplificando e anticipando, nel bene e nel male, la rivoluzione dei costumi in atto nell’Italia degli anni Ottanta. Ad onore del vero, va detto che i “film di Pierino”, usciti pochi anni prima, avevano già aperto la strada ad un certo linguaggio e a situazioni sessualmente più o meno esplicite. Oggi il frasario scurrile dei protagonisti appare quasi un linguaggio da educande rispetto a quello che si vede sul grande e sul piccolo schermo.

Per quanto riguarda i costumi sessuali, c’è da notare che l’opera introduce alcune piccole novità. Le protagoniste femminili del film prendono l’iniziativa, decidendo a chi concedersi o cercando di conquistare la persona che gli piace. Un primo esempio, molto timido, della rivoluzione dei costumi che attraverserà i decenni a venire. Inoltre, viene affrontato il tema dell’omosessualità, all’epoca ancora un argomento scottante, presentato come un fenomeno abituale negli States e destinato a diventare normale anche nel Belpaese.

Umorismo e battute

Se la trama non è solidissima, in compenso nel film, ancora oggi, si ride e di gusto, grazie alle numerose battute, alcune delle quali entrate nell’immaginario collettivo. Eccone alcune, non proprio finissime ma molto amate dai fan:

Donatone: Ah ah… Ivana, fai ballare l’occhio sul tick! Via della Spiga, Hotel Cristallo di Cortina: 2 ore, 54 minuti e 27 secondi… Alboreto is nothing!!

Avvocato Giovanni Covelli: Beh…Anche questo Natale…se lo semo levato dalle palle.

Avvocato Giovanni Covelli: Roberto… È tuo padre che ti parla. Ma vedi d’anna’ affanculo!

USA

Gli Stati Uniti sono l’Eldorado, la terra mitica dove i giovani vorrebbero andare (non a caso il successivo cinepanettone sarà Vacanze in America), ma all’epoca ancora poco raggiungibile dall’italiano medio e vista dagli adulti con una certa dose di diffidenza, dovuta all’età e all’esperienza.

Titoli di coda

A decretare il successo di questo del film è stata la somma dei singoli aspetti fin qui esaminati, perché la pellicola non eccelle per una singola caratteristica, ma nel suo insieme piace, rappresenta alla perfezione un’epoca. E di quell’epoca comunica la spensieratezza, la voglia di vivere, di divertirsi, tipica degli anni 80.

© Riproduzione riservata




Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon