Recensione film Jobs, Mister Apple, l’uomo che ha saputo creare nuove esigenze

Cinema / Recensione - 14 November 2013 07:00

Recensione Jobs (2013). Steve Jobs, l’ideatore dell’iPhone e dell’iPad nel nuovo film diretto da Joshua Michael Stern ed interpretato da Ashton Kutcher. Tutto deve scorrere in modo fluido senza troppe

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Jobs, il film sul fondatore della Apple, per la regia di Joshua Michael Stern interpretato da Ashton Kutcher, proietta sul grande schermo la storia e la personalità di uno dei personaggi che hanno maggiormente caratterizzato lo sviluppo tecnologico degli ultimi vent’anni, proponendo il concetto di economia creativa.


La trama del film è basata su una storia vera e ripercorre la vicenda professionale ed umana di Steve Jobs, concentrandosi sugli anni della sua giovinezza, forse quelli più importanti e fecondi di idee. Le tappe principale dell’uomo che ha creato la Apple per poi perderla e riconquistarla, trasformandola in una delle più popolari industrie del mondo. La sua passione per lo sviluppo dei congegni unita alle intuizioni per strutturare i vari device e la conseguente commercializzazione, ma anche i limiti nei rapporti umani e la sua natura introversa e solitaria.

Steve Jobs altrimenti detto “Mister Apple”, ha saputo anche reinventare il modo di fare cinema della Pixar Studios. L’uomo dai sistemi interconnessi pensati basandosi sulla facilità della fruizione, considerato colui che ha creato nuove esigenze, delle quali i consumatori hanno imparato ad avere bisogno. Tutto dovuto ad una visione creativa dell’economia che ha portato l’uomo a pensare in modo diverso. Tutto dovuto anche e soprattutto alla sua determinazione che lo poneva ai limiti dell’arroganza. Non a caso, riecheggia e spopola tra i fan la famosa frase “Siate affamati. Siate folli”, pronunciata dallo stesso Jobs durante un discorso tenuto alla Stanford University di Palo Alto nel giugno 2005. In un mondo che si trova agli albori della stampa tridimensionale, Steve Jobs potrebbe essere considerato come uno dei pionieri di quell’economia creativa auspicata da molti settori, sebbene la sua visione sia limitata ad oggetti che uniscono l’estetica alla semplicità, tutto deve scorrere in modo fluido senza troppe complicazioni.

Jobs viene definito come un perfezionista al quale viene riconosciuto, anche da parte dei detrattori, il merito di aver rivoluzionato il mondo dei computer, della telefonia e non solo. Il suo pensiero era rivolto all’innovazione creativa ma sempre supportata da una facilità di utilizzo che rendono tutt’oggi i suoi sistemi, modelli a cui gli altri s’ispirano. Tuttavia era un personaggio controverso, solitario, persuasivo e probabilmente folle, nel senso buono del termine, come amava esprimere, “le persone così pazze da pensare di cambiare il mondo, sono quelle che lo cambiano davvero”.

La regia di Joshua Michael Stern utilizza spesso la tecnica dei flashback ed offre un illustrazione a volte approfondita e passionale del personaggio mentre in altre questo aspetto emerge di meno. Un film che narra con fedeltà la vicenda professionale. Mentre sembra meno approfondito per quanto concerne gli aspetti relativi ai rapporti umani. Ma non potrebbe essere altrimenti trattandosi di un film e non di un’autobiografia completa. Rapporti personali che invece emergono nella biografia ufficiale scritta da Walter Isaacson che ha saputo effettivamente raccogliere l’essenza dell’uomo Jobs. Un film che va visto senza alcun dubbio e che descrive in maniera efficace l’evoluzione di un personaggio che non amava arrendersi e che potrebbe essere considerato come uno dei pionieri di una nuova visione dell’economia industriale.

© Riproduzione riservata




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