Recensione film Game Night - Indovina chi muore stasera con Rachel McAdams e Jason Bateman
In sala dal primo maggio.

Game Night - Indovina chi muore stasera è la commedia grottesca diretta da John Francis Daley e Jonathan Goldstein su sceneggiatura di Mark Perez. Il film è stato un successo di critica e botteghino negli Stati Uniti.
Max (Jason Bateman) e Annie (Rachel McAdams) si innamorano grazie alla passione comune dei giochi di società. Da sposati continuano a condividere le serate ludiche con gli amici: Ryan (Billy Magnussen) e Sarah (Sharon Horgan), Kevin (Lamorne Morris) e Michelle (Kylie Bunbury), tutte coppie con dinamiche sentimentali diverse. Anche Max e Annie attraversano una situazione di stallo: non riescono a diventare genitori. Il problema sembra essere l'ansietà di Max e la frustrazione nel competere con il fratello Brooks (Kyle Chandler), un imprenditore facoltoso e vincente nato.
Il gruppo comprende l'ex membro Gary (Jesse Plemons), poco incline all'ironia. Max e Annie lo hanno estromesso dall'agenda del weekend quando l'umore è peggiorato, in seguito al divorzio dalla moglie. Gary lo sospetta e tiene i vicini d'occhio,
Durante una session, si presenta Brooks, a bordo di una Corvette Stingray, in visita a sorpresa dal fratello Max. I convenevoli non sono entusiastici, ma Brooks non demorde e invita il gruppo nell'appartamento, affittato per l'occasione: propone alla comitiva un nuovo gioco basato su un murder mystery da risolvere. In palio, c'è l'automobile d'epoca. Max, supportato dalla moglie, accetta la sfida, seguito dal resto degli amici: è l'occasione che aspetta da tempo per battere il fratello.
Giunti all'appuntamento in casa di Brooks, i giocatori sono istruiti da un finto agente dell'FBI. All'improvviso, due uomini mascherati malmenano l'agente e rapiscono Brooks. Il gruppo, tra uno snack e l'altro, si complimenta del genio di Brooks per il realismo della scena. In realtà, il rapimento è reale e dà l'avvio al film: c'è di mezzo un traffico illegale e un prezioso Uovo Fabergé da trovare.
Insomma, un equivoco comico tira l'altro. Peccato una certa compiacenza nella sceneggiatura, qualche scatola cinese in meno avrebbe giovato al gioco.
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