Inside Out, la Pixar colpisce ancora: ecco le emozioni nella nostra testa

Cinema / Recensione - 16 September 2015 13:00

Inside Out, Pete Docter è il regista di uno dei film più commoventi nati dal connubio tra Disney e Pixar, un'avventura coinvolgente all'interno della mente umana, un viaggio nelle zone r

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Inside Out film d’animazione diretto da Pete Docter (Up, Mosters & Co.) in collaborazione con Ronnie Del Carmen, presentato in anteprima al Festival di Cannes 2015 il 18 maggio. Abbinato alla pellicola è stato distribuito anche il cortometraggio “Lava” diretto da James Ford Murphy, che tratta le vicende di un vulcano in cerca d’amore.

Inside Out trama. Riley è una ragazzina di undici anni, nella cui testa si trova un vero e proprio quartier generale, dal quale cinque Emozioni controllano le sue azioni. A capo di questo team c’è Gioia, il cui compito insieme a Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura è assicurarsi la felicità di Riley. La vita della bambina procede piena di lieti eventi e grandi soddisfazioni, fino a che non giunge una cattiva notizia: bisogna trasferirsi a San Francisco. Tutto ciò che le sta a cuore rischia di svanire, per questo iniziano ad innescarsi nella sua mente un turbinio di sensazioni nuove, che sconvolgeranno anche il quartier generale e tutto il mondo all’interno della sua testa. Le cinque Emozioni dovranno agire il più velocemente possibile prima che accada l’irrimediabile.

Inside Out recensione. La Pixar ancora una volta scommette sulle sensazioni forti, e come facilmente era intuibile: non sbaglia. Senza mai abbandonare la spinta di creatività originale che la contraddistingue, la casa californiana si dimostra in grado di rappresentare situazioni emotivamente forti, eppure comprensibili sia a grandi che piccini, usando semplicità d’espressione e di rappresentazione. Il trucco è quello di essere sempre stati vicini e fedeli alla realtà, non per quanto riguarda il contesto (solitamente di fantasia), ma per ciò che alla gente sta veramente a cuore, quel che riesce a toccare l’animo. Il vero colpo di genio in questo caso è stato di parlare della natura delle Emozioni stesse, il loro crescere e mutare; inizialmente legate a avvenimenti semplici, come il primo gol ad hockey, i momenti divertenti con le amiche, le gite con la famiglia, e poi sempre più complesse con il passar del tempo, e quindi più difficili da gestire. Perciò l’iniziale egemonia incontrastata di Gioia su tutte le altre Emozioni, viene pian piano livellata dalla presenza di tutte le altre, soprattutto da una Tristezza che non sa bene quale sia il proprio ruolo. Sì, perché Inside Out dimostra quanto sia rilevante la tristezza per una piena compressione di sé, fondamentale nel processo di maturazione che ogni bambino, ma anche ragazzo o uomo, deve affrontare nei vari step della vita. 

Inside Out Pete Docter. Regista, sceneggiatore e animatore statunitense, è uno dei veri punti di forza della Pixar; nominato per sei volte al premio Oscar per film come Toy Story, Mosters & Co., WALL•E, finalmente nel 2010 il suo talento è stato riconosciuto dall’Academy che gli ha conferito l’Oscar per il miglior film d’animazione per “Up”. Al centro di quest’ultimo lungometraggio vi erano le vicende di uno scorbutico vecchietto, scosso dalla crudeltà della vita e in viaggio verso l’ultimo sogno. All’opposto Docter ha pensato in Inside Out di dedicarsi alla fanciullezza e ad esperienze più infantili, sottolineando d’altronde la relativa importanza che queste possono avere su di una ragazzina di undici anni, in un momento di sviluppo e maturità.

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