Venezia 79, recensione del film Freedom on Fire: Ukraine's Fight for Freedom

Cinema / Recensione - 07 September 2022 17:30

Freedom on Fire: Ukraine's Fight for Freedom è il film fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia

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Gli orrori della guerra ucraina sono raccontati nel film documentario Freedom on Fire: Ukraine's Fight for Freedom. Il regista Evgeny Afineevsky ci conduce dentro le macerie delle varie città bombardate dalla Federazione russa da febbraio 2022, partendo da Kiev per giungere a Mariupol, Kharkiv, Donetsk.


Mostra del cinema di Venezia 2022 - immagini


La guerra nelle città dell’Ucraina

La voce di una giovane mamma fa da filo conduttore: era residente a Mariupol, una delle prime città ad essere bombardata, proprio perché vicina al primo confine della Crimea. Si è poi trasferita nell’acciaieria Azovstal', dove si produce il 15% dell'intero acciaio, ed è ampia circa undicimila metri quadrati tra altoforni, fornaci, stabilimenti, capannoni ed edifici. Lì ha vissuto nel bunker, mentre il marito era a combattere con il battaglione Azof. Il suo neonato di pochi mesi non aveva ancora visto l’erba verde, essendo nato in inverno. Ha fatto bollire l’acqua con la fiammella delle candele, mangiato le provviste accumulate, dato al figlio latte artificiale, finché non è uscita e – con l’arresa del battaglione Azof – condotta nl campo di smistamento. Il marito è tuttora prigioniero di guerra.

Su passa poi a Buča, con l’orrore dei corpi mutilai dai soldati russi, e lasciati per strada ad aprile 2022, a dieci metri l’uno dall’altro. Una mano campeggia sopra un muro, “andate a prenderla” dice un sopravvissuto. Un artista piange ripensando di aver dovuto gettare in un camion circa quaranta corpi: “non guardargli gli occhi” gli consigliavano gli aiutanti, “ma come facevo a non guardarli’” piange lui.


I bambini e l’odio per Putin

I bambini ormai odiano Putin, tanto che sperano nella sua morte. Nel loro mondo di supereroi, lui è colui che gli ha sottratto la vita e la libertà, tanto che ormai è considerato il “villain” dei cinecomics. Un’artista teatrale afferma che molti propugnano la fine della guerra per cominciare la vendetta, “ma non c’è vendetta” ribadisce.

Il film è lucido, quanto possa esserlo un dolore che si prova ancora sulla carne viva. Per quello che può, mostra come la guerra sia stata soprattutto inattesa, e abbia lacerato vite e speranze. I  dieci minuti di applauso in sala, con la giovane madre che è emblema dell’avventura raccontata, e la soldatessa che l’abbraccia, è la testimonianza di quanto il cinema possa fare per raccontare una realtà che ancora sta avvenendo, con protagonisti presenti e in attesa di un finale.


© Riproduzione riservata


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