In Terra Ostile: il romanzo postumo di Philip K. Dick

Daily / Recensione - 25 November 2010 13:51

Il romanzo postumo dello scrittore

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"Sono nato a Montario" disse Bruce.
"Io lo terrei per me" commento' Lumky.

"Se potesse scegliere" chiese Bruce "dove vorrebbe vivere?"
Lumky fece una smorfia: "Vivrei a Los Angeles."
"Perché?"
"Perché quando vai in un drive in e prendi un latte al malto, la ragazza che te lo porta ha un culo come quello di Marilyn Monroe."

Romanzo "realistico" dell'autore cult Philip K. Dick, In Terra Ostile e' stato scritto nel 1958 e pubblicato postumo nel 1985.

Bruce Steven e' un anonimo rappresentante commerciale costantemente in viaggio sulla costa occidentale: da un motel all'altro, le aspirazioni di un tempo sono finite schiacciate sotto le ruote della sua auto. Tuttavia, il destino ha in serbo per lui l'incontro con Susan, la maestra algida e severa della sua infanzia. Il passato che riaffiora prepotentemente metterà in moto nuove sinergie, i sogni sopiti si riaffacciano scalpitando. Forse, e' ancora possibile crederci, se non fosse che l'amore tra Bruce e Susan trova un ostacolo completamente ignorato: Milton Lumky, rappresentante di materiale da cartoleria, figura ambigua che si vendicherà di Bruce per avergli invaso il territorio.

Il romanzo muove tra la superficie della società regolata su convenzioni di facciata, e quel sotterraneo psichico indomabile, nutrito dai ricordi che riaffiorano ricorrenti in meandri inopportuni. In Milton Lumky Territory, titolo originale dell'opera, si presenta la rara opportunità' di esplorare un territorio geografico, quello dell'Idaho - provincia inerme e sonnolenta, ossia il lato perdente, ma solido, dell'altra faccia d'America - ma anche, soprattutto, la mappa delle pulsioni inconsce: un'impronta confusa imbastita di impressioni fugaci e casuali. Un patchwork angoscioso, tormento esistenziale di un divenire in trappola: Bruce incontrerà Susan ma, grazie a lei, anche Milton, infero e beffardo clone di se stesso, o meglio, della sua stessa proiezione nel futuro: un vissuto tessuto su misura, di solitudine e cinismo senza possibilità di riscatto. O forse, si'...

E con questo rispose alla sua domanda.

"Non pensi che me ne stia seduto a meditare sul culo delle donne" continuo' Lumky con la sua voce roca "Infatti, non ci pensavo da un anno. Ecco cosa ti succede a vivere in Idaho. E che non c'e' niente da fare, leggere o vedere. Ci sono un paio di bar sudici, schifosi e bui, ma e' tutto qui. Forse sono i cappelli da cowboy che mi danno fastidio. Non mi fido mai di uno che indossa un cappello da cowboy. Penso sempre che sia suonato."

Philip K. Dick, In Terra Ostile, Fanucci Editore, pp.281, 17 Euro - ISBN 978-88-347-1629-8

 

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