Recensione film La scoperta dell'alba, la quotidianità politica di Margherita Buy

Cinema / Recensione - 10 January 2013 08:04

Susanna Nicchiarelli dirige La scoperta dell'alba, dal romanzo di Walter Veltroni

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Il film di Susanna Nicchiarelli La scoperta dell’alba riesce a infondere realismo alla fonte letteraria da cui parte, ossia l’omonimo libro di Walter Veltroni.

La trama del La scoperta dell’alba si concentra sulla figura di Caterina Astengo; donna che un giorno compone il numero di telefono dell’abitazione in cui risiedeva trent’anni prima, e in maniera misteriosa a rispondere è lei stessa da bambina, da qui si passa a scoprire le caratteristiche della sua infanzia, con la scomparsa del padre Luca dopo aver assistito all’assassinio dell’amico Mario Tessandori, ad opera delle Brigate.

Il romanzo di Walter Veltroni peccava di incongruenza nel mostrare due ambienti eterogenei che mal si conciliano con una realtà narrativa, ossia quello del genere letterario politico (le brigate rosse) con l’intimismo (i ricordi di Caterina). La Nucchiarelli riesce invece ad amalgamare questi due argomenti restituendo verosimiglianza alla vicenda, con una rara capacità di imbastire un thriller impegnato e al contempo privato. Contribuisce al risultato il volto popolare di Margherita Buy, che conferisce quotidianità alla storia. Caterina e Barbara prendono un digestivo dopo una carbonara, la loro storia dolorosa diventa più vicina allo spettatore, con un’identificazione maggiore di quanto potesse avvenire con la pagina scritta.

La stessa Nucchiarelli aveva affrontato il genere politico con Il cosmonauta, dove  una bambina  di nove anni cresce nella convinzione che la rivoluzione dell'Unione Sovietica possa modificare il mondo. Ne La scoperta dell’alba la materia incandescente dell’insurrezione politica si amalgama in dramma umano.

© Riproduzione riservata




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