Wonder Woman: The Lies Rebirth, recensione comics della rinascita

Comics / Super Heroes / News - 06 March 2017 14:40

DC Comics pubblica il primo volume che raccoglie "The Lies": Wonder Woman e Cheetah alleate nella sceneggiatura di Greg Rucka, la recensione.

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Wonder Woman: The Lies vol. 1”, DC Comics rende disponibile il primo volume della serie inaugurata, lo scorso anno, sotto il segno di Rebirth. Scritta da Greg Rucka l'edizione contiene i numeri #1, #3, #5, #7, #9, #11 alternandosi con l'altro arco narrativo, parallelo e complementare, “Year One”.

La trama presenta Wonder Woman in lotta con la propria memoria: ha ricordi di eventi mai vissuti, mentre allo stesso tempo, sfuma la coscienza su episodi certi. La seguiamo avventurarsi nel Bwunda, dove uno spirito maligno può contare su un esercito comandato da Cadulo, assettato di potere.
Cadulo è noto come signore della guerra, determinato a liberare il suo padrone attraverso il dono di una fisicità umana.
Wonder Woman, paladina della verità da sempre, è alla ricerca delle proprie origini. Tuttavia, non può raggiungere né l'Olimpo, né l'isola di Themyscira. Perchè?
Nella giungla africana, la supereroina si imbatte nell'archeologa Barbara Ann Minerva, ora tramutata in un ghepardo in seguito alla maledizione di Urzkartaga, costretta alla perenne fame di carne umana.
L'incontro tra le due donne nemiche darà sviluppo a una storia intrigante.

I personaggi principali di “Wonder Woman: The Lies” sono Diana Prince, Barbara Ann e Trevor, in veste di valoroso militare. Il merito della serie fumettistisca ribattezzata Rinascita è quello di aver approfondito il personaggio dell'archeologa che lungo il patto instaurato con Wondy, infine, emerge come figura capace di riscattare il passato. Non, dunque, una villain tout court (semmai lo è stata).
Anche la relazione “complicata” di Diana con Trevor assume risvolti inaspettati senza tralasciare l'accenno alla liason sentimentale con Superman.
Insomma, tra Superman e l'umano Trevor: chi conquisterà il cuore di Wonder Woman?

Le tematiche sono forti e ben rappresentate. Vince l'eroismo femminile, quello solidale. Gli stereotipi maschilisti, quasi un eco isterico, hanno il proprio contrappunto maturo in Trevor.
In ogni caso, sono le protagoniste femminili che detengono il potere della narrazione.
La sceneggiatura di Rucka si rivela accurata nell'intento di raccontare la complessità della natura umana e nel seminare il mistery piazzandolo con efficacia drammaturgica a ogni nuovo numero.

Le tavole disegnate da Liam Sharp restituiscono la forza di una natura primordiale, in questo caso la giungla, tanto minacciosa quanto benevola quando le protagoniste sono portatrici dell'action.
Wonder Woman ha un fiero costume di una guerriera di altri tempi, eppure le espressioni del suo viso sono maggiormente perplesse e malinconiche.
È una supereroina, paragonata per potenza e successo a Superman e Batman, in crisi. Eppure, non rinuncia ad assecondare la propria natura pacifica: che sia figlia di Zeus o meno, i suoi superpoteri sono legati alla capacità di comprensione e di empatia verso gli altri.
Non a caso, Wonder Woman, compiuti i 75 anni l'anno scorso, rimane un'icona al passo con i tempi.

I colori di Laura Martin rinforzano l'atmosfera resa dalle tavole di Sharp: in un fumetto che mette in scena i chiaro scuri di una supereroina, tutta s'illumina all'occorrenza: le sequenze di Diana Prince con la ferina Barbara si rivelano premesse luminose.

© Riproduzione riservata


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