Recensione L'Approdo, il coraggio e la meraviglia nella graphic novel di Shaun Tan

Comics / News - 27 October 2016 13:08

"L'Approdo" di Shaun Taun in uscita per Tunué: la riflessione sul tema dell'immigrazione premiata al Festival d'Angoulême nel 2008.

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L'Approdo” esce oggi in fumetteria per Tunué. La pluripremiata graphic novel di Shaun Taun è un capolavoro raccontato interamente per immagini. Come un film muto. O un album di fotografie in un tempo sospeso tra attualità e mito.
Pubblicato nel 2006 da Hodder Children's Books, “L'Approdo” racconta la cronaca emblematica di un emigrato lungo la speranza di una nuova vita.

La trama prende forma con un giovane costretto a lasciare moglie e figlia. Lo vediamo preparare un povero bagaglio di ricordi e avventurarsi nella notte minacciosa.
Un treno, una nave, una lunga traversata oceanica e l'arrivo nel porto salutato da due statue eloquenti, al posto della Statua della Libertà.
Il protagonista è sottoposto all'iter burocratico e, finalmente, con i bolli dell'idoneità appesi al petto, entra nella terra promessa, da alieno.
Tutto è sconosciuto: la lingua, il cibo, i comportamenti. Un mondo surreale, operoso e dinamico con i propri cari vicini grazie a una fotografia e una lettera.
Come lui, molti sono fuggiti dalla guerra, dalla fama, dalla miseria e condividono un futuro di incognite. Infine, la famiglia riesce a ricongiungersi.
Il racconto si chiude con una struttura circolare con l'ultima tavola che mostra la figlia aiutare una giovane donna a orientarsi nella mappa della città.

“L'Approdo” è popolato da mostri che simboleggiano le barbarie delle dittature, ma anche da creature fantastiche che inneggiano alla creatività solidale. Le tavole sono disegnate in un color seppia che muta dal grigio all'oro, dalla drammaticità di certe scene alla meraviglia che accompagnano le scoperte.

Il titolo originale dell'opera di Shaun Tan è significativamente “The Arrival” perché è con una nuova premessa di vita che la graphic novel si conclude: le immagini serene della famiglia riunita contrastano con quelle iniziali affogate nei toni cupi della disperazione.

Shaun Tan è figlio di un emigrato, giunto in Australia dalla Malesia nel 1960. Per realizzare “L'Approdo” ha raccolto molte testimonianze di migranti di origini diverse, comprese quella del padre. Tra le fonti, l'autore cita anche due opere precise: “The Immigrants” di Wendy Lowenstein e Morag Loh (1977) e “Tales from a Suitcase” di Will Davies e Andrea Dal Bosco (2001).
Diverse sono le citazioni di celebri opere del Novecento, come l'omaggio a “Ladri di biciclette” (1948) di Vittorio De Sica. Le fotografie conservate all'Ellis Island Immigration Museum hanno ispirato le tavole riguardo alle procedure di accettazione,

Shaun Tan si è aggiudicato il Fauve d'or come miglior libro al Festival d’Angoulême nel 2008, tra i vari riconoscimenti assegnati a “L'Approdo”.
Nel 2011 è premiato con l'Oscar per il miglior cortometraggio animato, “Oggetti Smarriti”.

© Riproduzione riservata




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