La vita è meravigliosa, il film classico di Frank Capra compie 67 anni

Cinema / Classico / News - 20 December 2013 08:00

La vita è meravigliosa: la trama del film classico di Frank Capra fa si che sia una della pellicole più trasmesse in televisione, grazie al messaggio positivo che infonde. La pellicola &

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La vita è meravigliosa (“It's a Wonderful Life") usciva nei cinema statunitensi sessantasette anni fa. Era il 20 dicembre del 1946 quando si tenne l'anteprima a New York, per una pellicola diretta da Frank Capra e interpretata da James Stewart, Donna Reed e Lionel Barrymore e considerata uno dei cento migliori film americani. 

La trama è ambientata alla vigilia di Natale del 1945, a New York. Un angelo - Clarence - ancora senza ali è inviato sulla terra per aiutare George Bailey: l’uomo è disperato e medita di uccidersi in questa notte. Clarence per prepararsi osserva la vita di George, com’era da bambino, il rapporto col fratello minore Harry mentre sta per essere annegato in un laghetto ghiacciato, l’arrivo di un brutto raffreddore che gli fa perdere l'udito da un orecchio. Nel 1928 George ha messo da parte i soldi necessari per il viaggio tanto sognato, in luoghi esotici: la sera ad una festa incontra Mary Hatch, una ragazza che lo ha segretamente amato fin dall'infanzia. Dopo una gara di Charleston discutono delle idee per il futuro, ma George apprende poi che il padre ha avuto un ictus. Dopo la morte di Mr. Bailey il viaggio di George è annullato, e lui deve gestire l’azienda di famiglia per affrontare il capitalista losco Potter che minaccia di soggiogare l’edilizia della città. Trascorrono quattro anni, George vorrebbe lasciare l’azienda al fratello così da abbandonare  l'atmosfera soffocante di Bedford Falls ma scopre che Harry ha appena sposato Ruth Dakin, il cui padre gli ha offerto un buon lavoro. George sacrifica ancora una volta il suo futuro per garantire quello di Harry. 

Si sposa con Mary, gli anni passano e continua ad aiutare il popolo di Bedford Falls contro la morsa finanziaria di Potter. Il giorno prima di Natale, dopo la fine della seconda guerra mondiale, a causa di un errore George potrebbe essere denunciato per appropriazione indebita. Esce urlando di casa, è in procinto di gettarsi dal ponte quando Clarence giunge sulla terra e interviene a salvarlo. Clarence gli mostra come sarebbe la città senza di lui, rinominata Pottersville e colma di vizi e povertà. La moglie Mary è solitaria, bibliotecaria. George chiede di vivere di nuovo.

Il film è tratto da una storia di Philip Van Doren Stern, scritta nel novembre del 1939 e inviata da lui a 1.943 cartoline di Natale. La storia giunse a Cary Grant che portò la vicenda all'attenzione della RKO con cui era sotto contratto. La storia venne poi venduta alla neonata Liberty Films  e James Stewart venne scelto come protagonista. Si trattava del suo primo film dopo quattro anni di servizio militare durante la Seconda Guerra Mondiale, e la Liberty si fece prestare 1.500 dollari da una banca per realizzarlo. L’incasso fu di 3,3 milioni dollari e per poco coprì il budget, anche a causa degli altri costi di produzione: la scena della nevicata fu la più esosa realizzata fino ad allora.

Il film segna il passaggio di Frank Capra da una cinematografia prettamente comica inaugurata con “Arsenico e vecchi merletti “ (1941), a vicende che allineano un sentimentalismo moderno. Nonostante i risvolti sarcastici, è la malinconia del protagonista a fare da tratto d’unione dell’intera sceneggiatura. Lo stesso pessimismo di George è alimentato da situazioni sempre più negative, che lo spettatore riconosce come tali e che quasi giustificherebbero il suo gesto suicida. Solo un angelo può restituirgli l’ottimismo, ossia un essere soprannaturale il che avvalora la difficoltà di vivere senza una fede superiore. Non è una persona fisica che restituisce fiducia a George, bensì un elemento che in situazioni normali è improbabile che appaia. E così la scelta di George di rimanere in vita è quasi forzata, perché non verificabile in momenti quotidiani: ma Capra riesce a sviare da questo assenza di credibilità con un meccanismo innovativo. Fa sì che l'angelo mostri a George come sarebbe la sua vita senza di lui, alimentando così la certezza che la sua presenza nel mondo comporti comunque la modificazione delle vite altrui. Ovvero non esiste una persona che sia indifferente agli altri. E questa concezione materialistica della vita è per assurdo l’unica che può salvarlo, tanto che senza di lui arriverebbe il vizio nella città e la solitudine nell’esistenza della moglie. Un messaggio che dopo la crisi dovuta alla guerra era più attuale che mai.

Le recensioni al film furono generalmente positive, anche se Capra nella sua autobiografia commentato il contrario. Nel 1987 un giudice della Florida ha ordinato ad un uomo di guardare il film come parte della sua condanna per aver ucciso la moglie malata, cercando poi di suicidarsi. Secondo il giudice l’obiettivo era mostrare all'uomo il valore della vita. 

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