Kjell Nordström: il futuro è già presente al Forum delle Eccellenze
Cosa sono il monopolio temporaneo e lo tsunami della conoscenza? Kjell Nordström, ospite al recentissimo Forum delle Eccellenze di Milano, ci spiega come colmare il gap tra noi e le macchine e pr
Kjell Nordström, nasce a Stoccolma il 26 febbraio 1958. Cresce e vive in Svezia fino al conseguimento della Laurea alla Stockholm School of Economics nel 1991. Fino al 2004 è Assistant Professor all'Institute of International Business della SSE, e focalizza la ricerca su management strategico, corporazioni multinazionali e globalizzazione. Da anni è consulente di grandi aziende, alcune delle quali lo annoverano nel CdA. Per 11 anni di fila, Kjell Nordström è stato annoverato tra i 50 maggiori pensatori di tutto il mondo dalla Thinkers 50 e da anni è un famoso speaker e formatore. E' stato ospite a Milano del Forum delle Eccellenze di quest'anno, organizzato magistralmente da Performance Strategies; vediamo cosa ci ha detto.
Monopolio temporaneo. Abbiamo parlato di multinazionali, aziende, management strategico. Uno degli obiettivi, se non il principale, di ogni azienda è quello di vendere il proprio prodotto; venderne il più possibile. Tra le modalità di vendita, una tra le più efficaci è quella di creare un "monopolio temporaneo". Il monopolio temporaneo è quasi un'induzione mentale per cui tu, consumatore, crederai che non possa esistere un prodotto come quello di chi detiene il monopolio. Non esiste, gli altri sono molto diversi, meno avanzati, meno di qualità: quello è l'unico prodotto! E ' il caso di iPhone: cosa esiste di diverso da iPhone, e di uguale? Pensateci e vi renderete conto che la risposta nella vostra mente sarà del tipo: "iPhone è unico, iPhone è iPhone, non ci sono eguali...ecc", quando invece sapete benissimo che ce ne sono, di eguali.
Tsunami della conoscenza. Il monopolio temporaneo è ormai molto raro: ci sono miliardi di prodotti sulla terra, tutti con le proprie caratteristiche; anzi, noi stessi potremo presto produrre i nostri prodotti a casa, con le stampanti 3d, per esempio. Una re-industrializzazione dei paesi maggiormente sviluppati porta, tuttavia, ad un gap inevitabile tra uomo, sempre meno presente, e macchine, sempre più centrali ed efficienti nel processo produttivo. La conseguenza è una crescita esponenzialmente maggiore della produttività rispetto allo sviluppo umano. Se non pensiamo alla produttività solo in termini di beni di consumo ma anche di "produzione di conoscenza", allora possiamo ipotizzare macchine sempre più sviluppate e uomini sempre meno sviluppati (rispetto alle macchine) e potremo parlare di "tsunami della conoscenza".
Fill the gap. Come colmare, allora, questo gap tra uomo e macchina? Come si sviluppa la società del futuro? Uno dei modi è la "iper-specializzazione". Uomo o azienda che sia, iperspecializzarsi vuol dire "ambientarsi": Come in natura, esistono tante piccole iperspecializzazioni e tutto un mondo che gli ruota attorno, così nel mondo sempre più globalizzato dovranno esistere tante iperspecializzazioni. A proposito vi siete accorti che la globalizzazione ha creato un effetto collettivo di multipolarità? Ormai tutto è connesso e in movimento, non esistono più solo due poli ma ne esistono molteplici. Tutto cambia velocemente perché influenzato da molteplici polarità. La conseguenza di ciò, è che, non avendo un riferimento fisso, ci è difficile agire in modo strategico: prova e sbaglia! Questa è la risposta di Kjell Nordström. Questa è la logica che entrerà in ogni business.
Il nuovo mondo. Kjell Nordström parla per due ore filate al Forum delle Eccellenze: staccargli gli occhi, e le orecchie, di dosso è quasi impossibile; ridurre tutto il suo discorso in un articolo lo è altrettanto. Nordström ci parla di globalizzazione e di come il mondo fatto di nazioni si trasformerà in un mondo fatto città, circa 600, a conseguenza della riurbanizzazione. Ci spiega che non esisterà un centro unico di comando, alla faccia dei complottisti, perché ormai l'idea di connettività permette il contatto diretto tra periferia e periferia, senza passare da un centro. Ci dice anche il perché di questa de-centralizzazione: i costi di transazione. Se ci pensiamo bene, infatti, la sharing economy elimina i costi di transazione, i costi, cioè, di quegli enti che ti vendevano un prodotto/servizio; se cambiano i costi di transazione, cambia il paradigma. Per concludere, con una nota amara, forse, il professore ci ricorda: "we are alone together". La tecnologia ci tiene connessi ma, fisicamente, siamo separati. Ecco allora, con un pizzico di fantascienza, "the third space": il mondo dell'iperconnettività.
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