Katharine Hepburn: Scandalo a Filadelfia, il film classico di George Cukor

Cinema / Classico / News - 10 January 2014 08:00

Scandalo a Filadelfia è il film del 1940 di cui Katharine Hepburn è protagonista, ma volle sentitamente il film, riscattando i diritti cinematografici e divenendo produttrice: segno di u

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Scandalo a Filadelfia ("The Philadelphia Story") usciva in Italia sessantotto anni fa. Era il 10 gennaio del 1946, mentre negli Stati Uniti arrivò sugli schermi nel 1940, con un ritardo causato dall’embargo fascista. Il film è diretto da George Cukor, scritto da Donald Ogden da una pièce di Philip Barry e interretato da Cary Grant, Katharine Hepburn e James Stewart.

La trama. La vicenda s’incentra sulla ricca e viziata Tracy Samantha Lord Haven (Hepburn) che dopo due anni dal divorzio da CK Dexter Haven (Grant) a causa delle inclinazioni alcoliche di quest’ultimo decide di risposarsi. 
Il futuro consorte è George Kittridge, ma quando Dexter torna da una assenza prolungata incontra il giornalista Macaulay "Mike" Connor, il cui editore vuole effettuare una copertura sul matrimonio, ma anche scoprire i dettagli della relazione tra il padre di Tracy e una ballerina.  Tracy è furiosa con Dexter per il fatto di essere tornato dopo due anni, ma la madre Margaret e la sorella Dinah sono deliziate dalla sua presenza, complicando così i tentativi di Tracy di avere un matrimonio dignitoso. Tracy odia i giornalisti, ma la vicinanza con Mike non gli spiace: anzi, lo ammira quando scopre che lui ha scritto un libro presente nella biblioteca pubblica locale. Anche Mike arriva ad ammirare Tracy, rendendosi conto che non è solo una ragazza superficiale della ricca società. Tracy è confusa e ferita della situazione con l’ex marito e con il padre, si ubriaca alla sua festa di fidanzamento e inizia a baciare Mike dopo una nuotata. La mattina successiva Tracy non ricorda nulla, si rende conto solo di non amare il futuro marito Kittridge, anche se ora gli ospiti si sono riuniti per il matrimonio. Dexter confida il suo affetto per lei e il matrimonio tra i due si celebra nuovamente.

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Il messaggio sociale e produttivo di Katharine Hepburn. La pellicola segna sia una svolta produttiva che sociale. Prima di tutto il matrimonio non va scisso, bensì con un’ottica cattolica ogni tentativo di rappacificazione è da considerasi fruttifero. Infatti sia Dexter che Tracy nonostante le differenze di carattere tentano una tardiva unione, che pur se forzata è desiderata. In un clima socialmente confuso solo l’unione di due persone può restituire solidità. E a questo aspetto se ne unisce uno produttivo: ossia la stessa Hepburne era così convinta del successo della sceneggiatura che si configurò come produttrice. Infatti la pièce da cui è tratto il film è “The Philadelphia Story” del 1939, scritta da Philip Barry proprio per l’attrice e portata con successo a Broadway. E la Hepburne proveniva dall’insuccesso del film “Susanna”, dopo il quale veniva considerata “veleno per il botteghino”.
La Hepburn ottenne il diritti della pièce da Howard Hughes che li aveva comperati per lei, convinse Louis B. Mayer della MGM a comprarli per soli 250 mila dollari in cambio di potere di decisione sul produttore, regista, sceneggiatore e cast. 

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Il successo e gli Oscar. Il film fu un ottimo successo, incassando tre milioni di dollari, a testimonianza della forza del messaggio veicolato e suppurtato soprattutto dalla ferrea convinzione produttiva della Hepburn. James Stewart - il cui ruolo inizialmente doveva essere interpretato da Spencer Tracy  - vinse l’Oscar come miglior attore, e Donald Ogden per la migliore sceneggiatura

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