Dunkirk: 'in aria o in acqua, Christopher Nolan era vicino a noi', intervista all'attore del film Kevin Guthrie

Cinema / Drama / News - 17 July 2017 08:00

Mauxa ha intervistato Kevin Guthrie, attore del film di Christopher Nolan "Dunkirk".

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Dunkirk è il film di Christopher Nolan che uscirà negli Stati Uniti il 21 luglio. Nel cast ci sono Fionn Whitehead, Kenneth Branagh, Mark Rylance.

I soldati alleati della Gran Bretagna, del Belgio, del Canada e della Francia sono circondati dall'esercito tedesco sulle spiagge di Dunkirk. Dal 27 maggio al 4 giugno 1940 si effettua un’evacuazione navale delle forze Alleate: le truppe inglesi e quelle franco-belghe sono estromesse dalle unità corazzate tedesche giunte sulle coste della Manica, dopo lo sfondamento del fronte sulla Mosa. Un milione di soldati inglesi, francesi e belgi si salvarono fuggendo in Inghilterra via mare con unità navali di ogni tipo.

Mauxa ha intervistato Kevin Guthrie, attore del film che ha lavorato anche a “Animali fantastici e dove trovarli” nel ruolo di Mr. Abernathy, e alla serie “The Terror”.

D. Hai lavorato nel film “Dunkirk”. Ci puoi raccontare questo progetto complesso?
Kevin Guthrie. Questa è stata un'esperienza incredibile, viscerale e fisica. Siamo stati inseriti nella tana del leone, dove è avvenuto il fatto storico ed esposti a condizioni atmosferiche reali. È stata una battuta di caccia come nessun altro film, vivendo come un gruppo di soldati. Dieci di noi, per quasi cinque mesi hanno viaggiato per quattro diversi paesi durante le riprese. Per molto tempo nuotavamo, o eravamo a galla per otto ore (con le misure di sicurezza, ovviamente), per aiutarci nel nostro tentativo di condurre la recitazione il più possibile vicino alla realtà. È stato intenso, travolgente, stimolante, dato che rappresentavamo personaggi reali: la maggior parte di noi - se non tutti - ha avuto dei nonni che hanno combattuto la Battaglia d'Inghilterra, così è stato forte anche dal punto di vista emotivo. Un'esperienza davvero unica.

D. Durkink è un film di guerra. Se avessi vissuto in quel periodo, avresti partecipare ad una spedizione militare?
K. G. In tutta realtà probabile sì, soprattuto per via della Coscrizione. Politicamente non sono d'accordo con la guerra, ma ciò non mi avrebbe trattenuto al momento, se avessi creduto che era la cosa giusta da fare. Ho totale rispetto e ammirazione per gli uomini e le donne che hanno servito il loro paese in insondabili sacrifici.

D. Hai lavorato al film “Edie” come co-protagonista: una storia di coraggio con una donna anziana che decide di scalare una montagna.
K. G. È stata un'esperienza artistica e liberatoria. È forse uno dei progetti più divertenti a cui ho lavorato. Le riprese si sono svolte nella parte più bella delle Highlands (regione montuosa della Scozia, n.d.r.), un posto che sono orgoglioso di chiamare 'vicino a casa.' Lavorare con Sheila (la protagonista Sheila Hancock, n.d.r.) in una storia che racconta di amicizia, fiducia, forza di carattere e volontà di avere successo era una delizia assoluta. Sheila è un’attrice incredibile, le sue idee sul mestiere e la tecnica erano molto penetranti. Lei era molto disponibile, come sono stato anche io: ciò ci ha aiutato a creare vicinanza tra i due personaggi. Abbiamo avvertito anche la responsabilità di lanciare un messaggio generazionale positivo, sulla differenza d'età. Questa è la storia di due persone che diventano confidenti molto improbabili, anime gemelle. Indipendentemente dall'età, sesso o posizione. Condividono una comune idea su come rendere la loro vita migliore.

D. Torniamo a parlare di “Durkink”. Nel film ci sono molte scene d'azione. Christopher Nolan come le ha girate?
K. G. Tutto in tempo reale, con un vero e proprio live action. Le esplosioni erano veritiere e gli effetti digitali CGI inesistenti. Christopher e Hoyte (direttore della fotografia) erano il più vicino possibile a noi con l’enorme macchina da presa Imax, fin dove era umanamente possibile essere. Nell’aria o in acqua, sulla nave o in mezzo al sabbia, erano lì. Significava così che le prestazioni, stranamente erano molto intime in mezzo al caos epico che ci circondava.

D. Se potessi vivere in un'altra epoca, quale personaggio vorresti essere?
K. G. Senza dubbio un batterista jazz degli anni '30, in un’atmosfera illegale del proibizionismo.

D. Qual è la situazione delle produzioni audiovisive in Scozia?
K. G. Sono molto fortunato ad essermi laureato alla Drama School di Londra nel momento in cui ci sono più produzioni cinematografiche e televisive in Scozia. Un certo numero di progetti cui ho lavorato raccontavano storie abbastanza universali, cosicché ambientarle in Scozia è una vera sorpresa. Ora con piattaforme come Netflix e AmazonPrime più progetti hanno budget rilevanti, sono finanziati, il che permette a tutti in Scozia, e nel Regno Unito di beneficiarne.

D. Tu sei originario di Neilston, un piccolo paese delle central Lowlands.
K. G. Sono di parte, ma è un posto affascinante. La Scozia è una delle terre più sublimi del mondo. Però sono stato in Italia molte volte, ho un’ascendenza italiana nella mia famiglia.

D. Qual è il tuo prossimo progetto?
K. G. Sto lavorando ad un film intitolato “Boyz In The Hood”, una dark comedy ambientata in un bosco in cui c’è una caccia dopo che alcuni escrementi di coniglio vengono considerati allucinogeni. È molto divertente. Lo produce Tobey Maguire. Vorrei chiudere l’intervista con un saluto ai lettori Mauxa: spero che il film “Durkink” vi piaccia e attendo di vedere ciascuno di voi in Scozia.

© Riproduzione riservata




Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon