L’Immortale Di Richard Berry: Mafia Marsigliese E Regia Americana

Cinema / News - 05 November 2010 13:50

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Un thriller alla marsigliese non rientra nella tipologia dei thriller che tutti conosciamo, italiano o americano che dir si voglia.

Marsiglia ha una faccia gentile e, seppur chi scrive non è mai stata lì, lo ha potuto ravvisare nelle immagini che passavano durante il film. Volto gentile quello marsigliese anche se, o forse soprattutto per, quelle immagini cruente e intense, senza filtro sotto, un cielo terso che illumina il porto (il secondo più importante d' Europa dopo quello di Rotterdam), luogo di oscuri traffici dove bande criminali regolano i conti.

E di conti si tratta nel quarto lungometraggio da regista di Richard Berry (La Boîte noireMoi César 10 ans 1/2, 1m39), che questa volta ha voluto adattare sul grande schermo l'omonimo romanzo di Franz-Olivier Giesbert, il film, ispirato a una storia vera che ha insanguinato Marsiglia negli anni '70.

Charly Mattey, interpretato dall'ottimo Jean Reno, decide di dare una svolta alla sua vita da padrino incontrastato e già all'inizio del film si evince che questa svolta è già avvenuta, dedito com'è alla moglie e ai figli.

Il breve idillio (durato tre anni) si spezza con un tentato omicidio che sembra darlo per spacciato in un parcheggio al vecchio porto di Marsiglia con 22 pallottole in corpo e dove solo per un caso fortuito il figlioletto, che era con lui fino al momento prima, non viene coinvolto.

Da quel momento l'escalation di colpi e conti da ripagare si abbatte con ritmo incessante seguendo la riga introspettiva dell'uomo debole nei sentimenti familiari, che vuole redimersi. Ma la vera debolezza è semmai più evidente nei metodi che usa per risolvere le cose che non riesce a modificare. Un personaggio controverso e dalle varie sfaccettature nel cui ruolo si è subito immedesimato Reno, come appare chiaro dalle dichiarazioni dello stesso attore:"Charly Mattey sceglie la sostanza al posto dell'apparenza (...) torna alle origini, e dopo l'attentato alla sua vita protegge la sua famiglia".

Gli altri attori che supportano coi loro ruoli la figura di Charly, Kad Merrad, Jean-Pierre Darroussin e Marina Foïs: rispettivamente, Zacchia, il

  criminale di riferimento a lui contrapposto, con cui ha condiviso l'adolescenza e la scalata al mondo della criminalità organizzata; Martin Beaudinard, il consigliere che ha un doppio ruolo ambiguo ma dalla forte umanità e, infine, la detective Marie Goldman determinata e ligia al suo dovere, ma anche lei combatte con un passato ancora vivo e con una voglia di vendetta che non ottiene.

 

Il bilanciamento che ottiene il regista tra le forze del bene e del male che si intersecano, riesce a dare anche un quadro chiaro del nucleo che caratterizza la mala marsigliese che, ad esempio, non ruota tanto come in Italia sul rapporto inossidabile tra mafia e politica, quanto sul traffico di droga e la lotta tra bande.

Infatti, almeno nel film, la partecipazione e la connivenza politica viene tratteggiata da pochi eventi effimeri a cui partecipano entrambi, ma che non dà quel significato che in Italia invece è così evidente.

Lo stesso regista ammette come, secondo un suo sguardo sul fenomeno, "il legame tra politica e malavita esistesse veramente fino alla fine degli anni ottanta. Le scene più esplicite fanno riferimento a situazioni del passato. I piccoli delinquenti hanno accesso alla droga, su cui tutto ruota, come dei gangster ad alto livello". Una struttura supergarchica il cui vertice è invisibile.

Purtroppo anche qui all'Italia tocca un primato negativo, con l'ingresso, all' inizio del Novecento, degli immigrati italiani e corsi che vi portarono la prima mafia marsigliese. Nella storia del cinema di quel periodo si ricorderà soprattutto Paul "Venture" Carbone e Francesco "Lydro" Spirito, vite cui s' ispirò il film Borsalino con Alain Delon e Jean-Paul Belmondo. E non è un caso, in effetti, se alcuni dei protagonisti di L'Immortale hanno cognomi italiani.

Nel film molto in rilievo è anche la realtà multietnica, che Berry porta sullo schermo,  dove i maghrebini sono la maggioranza: anziani arabi fasciati nelle loro jellabye, come nei suk di Fez o Damasco.

Una breve apparizione nel ruolo di sé stesso la fa anche il rapper Joey Starr, che viene utilizzato per sviare un pò dalla probabile facile conclusione sull'ottavo uomo, che si è unito al tentato omicidio al porto. Un piccolo ruolo che il grande carisma del rapper sa valorizzare a puntino.

Il lato nascosto di Charly viene sottolineato in un ruolo di scambi tra la detective Goldman e il boss Zacchia. È lì che l'equilibrio si assesta: i tre sono l'uno lo specchio dell'altro, tutti e tre nelle loro vite incomplete saldano ognuno a proprio modo il loro conto.

Colonna sonora del film e d'accompagnamento, poi, sono le musiche di Klaus Belt: minimaliste ma "fiammeggianti" con  archi e basi classiche che il regista dopo vari tentativi ha scelto con grande convinzione:"È riuscito a creare molte emozioni, puro e semplice sentimento con una incredibilmente vasta gamma di toni, cosa che non accade spesso".

Suspence ed emozioni assicurate, dunque, dal cast francese, una regia americana e un melting-pot di sottobosco.

L'IMMORTALE. Regia: Richard Berry. Attori: Jean Reno, Kad Mérad, Jean-Pierre Darroussin, Marina Foïs, Richard Berry. Genere: Poliziesco. Durata: 115 min. Paese: Francia. Anno:  2010. Distributore: Eagle Pictures.  Uscita nelle sale: 5 novembre 2010.

 

 

 

© Riproduzione riservata




Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon