Sanguineti e Rilke, alla ricerca della vera poesia
Sanguineti e Rilke, l’occasione di ricordarne il talento e la forza espressiva passando per Lettera a un giovane poeta e la Ballata delle donne

Quando si parla di poesia non si può prescindere dal ricordare uno dei poeti genovesi più affascinanti del nostro tempo: Edoardo Sanguineti. Scomparso nel 2010 restano memorabili il suo stile e il suo amore per uno dei generi più alti della letteratura. I suoi versi sono al tempo stesso forti e intimi, custodiscono l’essenza stessa della parola sussurrata e scritta.
Ai giovani Sanguineti consigliava il famoso libro di Rilke, Lettera a un giovane poeta (1903-1908), ma ogni suo scritto, ogni suo pensiero manifesta in pieno la forza dell’ispirazione poetica. Disse a proposito della poesia che era come un indovinello dell’anima: “La differenza tra un indovinello in senso enigmistico e un indovinello in senso poetico è che il primo ha una solo soluzione e il secondo ne ha infinite. Ci sono diecimila modi di leggere L'infinito di Leopardi e in ciascuno di essi abita una parte di verità”. E tra tutti i rebus possibili il più ammirato resta sempre quello delle donne e dell’amore. Se Rilke prediligeva l’intima rivelazione Sanguineti ne rincorreva il coraggio.
La Ballata delle Donne, è una delle sue composizioni più vivide, capace di materializzare un sentimento di appartenenza e di descriverne il poderoso slancio dell’essere donna, madre, amante. Ecco alcuni indimenticabili passaggi: “Quando ci penso, che il tempo è passato, / le vecchie madri che ci hanno portato, / poi le ragazze, che furono amore, / e poi le mogli e le figlie e le nuore, / femmina penso, se penso una gioia: / pensarci il maschio, ci penso la noia. / Quando ci penso, che il tempo è venuto, / la partigiana che qui ha combattuto, / quella colpita, ferita una volta, / e quella morta, che abbiamo sepolta, / femmina penso, se penso la pace: / pensarci il maschio, pensare non piace. / […] Perché la donna non è cielo, è terra / carne di terra che non vuole guerra: / è questa terra, che io fui seminato, / vita ho vissuto che dentro ho piantato, / qui cerco il caldo che il cuore ci sente, / la lunga notte che divento niente.[…]”
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