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Bruce Springsteen, in concerto in Italia giunge con la nuova ironia

Bruce Spriengsteen ha sempre tenuto un vezzo da sermone, capace di incidere i gusti. Soprattutto da quando nel 1986 in Born in the U.S.A. cantò: “E mi hanno mandato in un paese straniero per andare ad

Bruce Springsteen, in concerto in Italia giunge con la nuova ironia

Bruce Spriengsteen ha sempre tenuto un vezzo da sermone, capace di incidere i gusti. Soprattutto da quando nel 1986 in Born in the U.S.A. cantò: “E mi hanno mandato in un paese straniero per andare ad uccidere l\'uomo giallo (…) Sono un uomo irrecuperabile negli USA”.

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Domani sarà a Milano, presentando il suo Wrecking Ball Tour. E 64 milioni di album venduti negli Stati Uniti e 120 milioni in tutto il mondo sanciscono uno spartiacque, tra ciò che il pubblico desidera e ciò che le major non sono campaci di controllare.

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“I banchiere diventa sempre più grasso, / il lavoratore diventa sempre più magro” cita la canzone Jack of All Trades del suo ultimo album, e dopo la perdita del lavoro “fisserò i chiodi con il martello e poggerò la pietra  (…) Smonterò quella macchina e la sistemerò / finché non funzionerà bene. / Sono un tuttofare, staremo bene”.

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È uno dei pochi artisti che alla soglia dei 65 anni non è ancora pessimista, anzi di quell’ottimismo ironico che contraddistingue chi ha passato le fasi della rassegnazione ed oggi vive in quella dell’indifferenza. L’ironia di Wrecking Ball è palese: “Stanotte tutti quelli che ci hanno lasciato sono tornati, / e allora dai lanciate la vostra palla demolitrice (…) Resistete alla vostra rabbia, e non fatevi abbattere dalla paura”. Così come Montale scriveva nelle sue opere adulte: \"Avevamo studiato per l’aldilà / Un fischio, un segno di riconoscimento” (Xenia).

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Ne è passato di tempo da Born To Run (1975), quando Spriengsteen citava: “Dobbiamo fuggire finché siamo giovani / Perché i vagabondi come noi, tesoro, sono nati per correre”. Neanche nell’America c’è più fiducia: “Ovunque sia volata questa bandiera / Noi ci prendiamo cura di ciò che è nostro (…) Avevamo bisogno d’aiuto ma la cavalleria è rimasta a casa / Non c’era nessuno che sentisse il suono della tromba”, cita We Take Care Of Our Own nell’ultimo album. E neanche i vermi ci fanno paura: “strisciavano ovunque intorno a me / Le dita erano graffiate ed ero sommerso da sei piedi di terra (…) La terra si è alzata sopra di me, / e i miei occhi si sono riempiti di cielo” (We Are Alive).

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Non resta che attendere la nuova fase ironica di Bruce, che sul palco già si delinea come è avvenuto con il concerto di Berlino dove ha fatto salire sul palco un bambino di otto anni facendogli cantare Waitin on a sunny day. Un artista visto ad un concerto potrà dire qualcosa di nuovo. 

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