Festival di Roma: manifestazione di cinema alla ricerca di autonomia
Il nuovo Ministro della Cultura Galan approva Il Festival di Venezia e critica quello di Roma

Dopo i dibattimenti delle ultime ore, il Festival del cinema di Roma si prende una magra rivincita su quello veneziano.
C’è da dire che non appare poi così composita l’attenzione del comune di Roma per un Festival ubicato in maniera più scomoda rispetto a quello veneziano, con navette inarrivabili (e non parliamo di quelle puntuali vneziale), programmazione disordinata, giovani studenti che affollano le proiezioni mattutine con la convinzione che siano appetibili utenti per gli sponsor presenti.
Il neoministro della Cultura Giancarlo Galan, subentrato al dimissionario Sandro Bondi in un\'intervista a La Stampa ha ribadito: \"Sono stato il primo a sostenere che i due festival, così come sono concepiti, entrano in concorrenza tra di loro. A Venezia c\'e\' il festival del cinema più antico del mondo, ma sarebbe ridicolo dire a Roma di non occuparsi di cinema visto che di quel mondo e\' la patria. Ma farne uno in concorrenza lo troverei ridicolo, a dir poco stravagante, anche perché si rischierebbe di indebolirli entrambi, dati gli scarsi fondi a disposizione\".
Le reazioni non si sono fatte attendere, da Vittorio Sgarbi che approva la decisione, al presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti che dissente. Poi si citano i dati economi: il ministero sgancia 200mila euro per Roma, 7 milioni per il Festival di Venezia. Il sindaco Alemanno persevera, dicendo che ormai il Festival voluto da Walter Veltroni sette anni fa è un’istituzione, che attrae il ghota del cinema mondiale. Per alcuni, come il sottosegretario Francesco Maria Giro tanto che le affermazioni di Galan “dimostrano una conoscenza dei temi, dei problemi connessi e delle possibili soluzioni da promuovere”. Poi conclude lapidario: \'\'Il Comune Roma promuove il suo festival nato per iniziativa di una forte realta\' locale (…) Il Festival del Cinema di Roma non rientra nelle attività promosse dal Governo\",
Il regista Carlo Verdone si dispiace se il festival venisse cancellato, il veneziano Tinto Brass ne sarebbe contento. Detto quindi che il Festival di Venezia nato nel 1932 avrà afflato nazionale, mentre quello romano riceverà cooperazione comunale, ci chiediamo se sia giusto dividersi tra due festival che effettivamente sempre di cinema si occupano. Il Toronto Film Festival, quello di Cannes, il Festival di Berlino, hanno una fisionomia precisa. E forse quella fisionomia che manca al festival capitolino così da parlarne come autonomo.
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