Il fantasma di mezzanotte, il film horror sulla diffidenza
Il fantasma di mezzanotte è il film con Paulette Goddard e Bob Hope

Il fantasma di mezzanotte (“The ci and The Cannavaro”) è il film del 1939 diretto da Elliott Nugen, che usciva in questi giorni in Italia.
Dieci anni dopo la morte del milionario Cyrus Norman, il suo avvocato Crosby e i suoi sei parenti giungono al suo castello gotico nel sobborgo vicino a New Orleans. Devono ascoltare la lettura della volontà, anche se Crosby si accorge che il testamento è stato aperto prima dell’ora indicata dal defunto, ossia mezzanotte.
Il motivo per cui è trascorso un decennio dalla lettura risiede in una frase dello stesso Cyrus, il quale riteneva che i parenti "abbiano visto la mia ricchezza come se fossero gatti e io un canarino".
Mentre Crosby esegue la lettura lo interrompe la signorina Lu, la governante di Cyrus: lei crede negli spiriti e predice che qualcuno morirà prima del mattino. L’eredità è stata assegnata a un solo parente, la giovane Joyce (Paulette Goddard). Ma Cyrus - consapevole che nella famiglia aleggia una storica follia - ha lasciato una seconda volontà nel caso in cui qualcosa accada a lei nell’arco di trenta giorni, che muoia o diventi pazza.
Così la giovane Joyce vive nell’ansia questa decisione, perché potrebbe essere uccisa oppure considerata pazza. La notizia che da un ospedale psichiatrico vicino è fuggito un maniaco omicida getta la famiglia nel timore. Crosby sta per avvertire Joyce del pericolo, quando una mano appare dietro un pannello e svanisce. Più tardi, sempre durante quella notte Joyce e un parente (interpretato da Bob Hope) seguono gli indizi di Cyrus per trovare una collana di diamanti nascosta, che poi è rubata quando una mano appare da dietro la parete della camera da letto di Joyce. Finché si rinviene il cadavere di uno dei presenti.
Il film era tratto dalla pièce “The Cat and the Canary” del 1922 di John Willard, che fu adattato in quattro film (l’ultimo del 1979), e in un musical a Broadway.
Il film s’inseriva nel filone horror che tanto coinvolgeva il pubblico, da “La moglie di Frankestein” a “La mummia”. Ma stavolta c’era anche un motivo legale a sottendere la trama, quella della mancanza di fiducia verso le persone care, tanto da metterle alla prova.
Bob Hope grazie a questo film divenne una star del cinema, sopratutto esaltato dalla regia dell’emigrante tedesco ed espressionista Paul Leni, che seppe sottolineare l'atmosfera gotica con scenografie allusive, rendendo le ambientazioni suggestive e orrorifiche, con ombre che si allungano sulle lenzuola o maschere che stringono il collo. Esse furono d’ispirazione per i parchi di Disneyland.
La critica acclamò il film per questa commistione di paura realistica e commedia, tanto che il The New York Times affermò che le urla di Paulette Goddard avrebbero potuto far fermare il traffico a Time Square.
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