Sarah Plays a Werewolf, una ragazza cresce recitando: intervista alla regista del film

Cinema / Intervista - 09 February 2018 08:00

Mauxa ha intervistato Katharina Wyss, regista del film con Loane Balthasar

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Il teatro come luogo di formazione

Sarah Plays a Werewolf (“Sara Joue un Loup”) è il film di Katharina Wyss che sarà presentato alla rassegna del Comment Selects del Lincoln Center di New York dal 23 febbraio. Il film è stato anche presente al Festival di Venezia 2017, durante la settimana della critica.

La storia è quella di Sarah (Loane Balthasar) che a diciassette anni vive con un tormento interiore tipico dell’età. Entra così in un gruppo teatrale che lavora sull’improvvisazione: qui si mostra capace di recitare in maniera così realistica da stupire i compagni. Lei proviene da un ambente familiare pseudo-borghese,e. Solo mettendo in scena la sua ansia riduce ad uscirne.

Mauxa ha intervistato Katharina Wyss. 


Sarah Plays a Werewolf

Le riprese del film

D. Il film racconta la formazione di una giovane. Come mai hai scelto il teatro come luogo di crescita?

Katharina Wyss. Io penso che per il personaggio si debba esprimere attraverso ciò che sente più idoneo. Il teatro è il mezzo più difficile, sa smontare le persone. 

D. Gli attori sono tutti molto giovani. Come ha effettuato le riprese, con una struttura già definita?

Katharina Wyss. Io disegno molto, quindi ho uno storyboard preciso. Con gli attori mi piace anche pensare a dei colpi di scena, ma fare ciò con i piani sequenza è difficile.


Le difficoltà del film d'esordio

D. Quindi ci si è basati molto sull’improvvisazione?

Katharina Wyss. La maggior parte delle scene sono state improvvisate. Ma nelle sequenze del teatro abbiamo preparato i personaggi per ogni giorno in cui avrebbero recitato.

D. Si tratta del tuo primo film. Qual è stato l’aspetto più complicato da affrontare?

Katharina Wyss. C’era un elicottero, quindi è stato molto difficile da gestire. Nella produzione c’era chi lo voleva e chi no. Ma quando è giunto è stato un buon momento. Anche se poi in realtà non lo abbiamo usato?

D. Dopo tutta quella fatica, come mai?

Katharina Wyss. Perché abbiamo scoperto che non si adattava a alla scena.

D. Qual è il tuo film preferito?

Katharina Wyss. È di Roberto Rossellini, “Viaggio in Italia”. Anche “Francesco giullare di Dio”, sempre di Rossellini.

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