Intervista Ogni maledetto Natale, Mastandrea: non è un anti-cinepanettone

Cinema / Intervista - 21 November 2014 13:00

Ogni maledetto Natale, intervista ai registi Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo e al cast tutto da ridere composto da Alessandro Cattelan, Alessandra Mastronardi, Valerio Mastandrea, F

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Mauxa intervista Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo, Alessandro Cattelan, Alessandra Mastronardi, Valerio Mastandrea, Francesco Pannofino, Corrado Guzzanti e Marco Giallini in occasione dell’uscita del loro ultimo film Ogni maledetto Natale, nelle sale il 27 novembre. Secondo film da registi e sceneggiatori per il trio, che aveva già provato l’esperimento di in occasione di Boris - Il film. Una commedia satirica e irriverente, che mette a confronto due famiglie di diversa estrazione sociale, ma che in ugual modo riescono a far passare ai relativi figli un Natale da incubo.

D. Qual’è l’idea alla base di questo film?

R. Giacomo Ciarrapico: L’idea era di rappresentare due famiglie veramente strane e vedere come riuscivano a trasformare il Natale in un incubo; anche se devo dire che di famiglie normali ne conosco veramente pochissime. Ovviamente quando si racconta in commedia si tende ad essere sopra le righe, però spero che quando la gente guarderà il film possa dire: “Sì, io gente così la conosco!”.

D. Come mai sono stati scelti proprio questi attori, tra cui un’esordiente come Alessandro Cattelan?

R. Ciarrapico: credo che gli attori che hanno partecipato a questo film siano i migliori d’Italia, quindi la scelta è stata semplice. Per quanto riguarda Alessandro Cattelan è stato visionato attraverso un casting; abbiamo effettuato delle selezioni per la parte di Massimo e lui ha fatto il miglior provino, dimostrando di essere il più bravo e il più adatto per il ruolo.

D. Avete attinto da esperienze personali?

R. Mattia Torre: Da un certo punto di vista sì. Volevamo raccontare il Natale come un’incubo, ed una grande maggioranza di persone silenziosamente considera questa festività come un momento difficile e faticoso, quasi horror! Questa è la storia di due ragazzi, la cui unica colpa è essere giovani e liberi, a confronto con persone molto chiuse e un po’ matte. Volevamo rappresentare un momento dove ognuno riusciva a dare il peggio di sé. 

D. Lavori poco al cinema, come mai quando questo accade decidi di farlo proprio con questi registi?

R. Corrado Guzzanti: in ambito cinematografico non mi hanno offerto molto e tempo fa ero decisamente impegnato con la televisione ed il teatro. Con i registi ho un rapporto collaudatissimo, abbiamo gusti molto simili in materia di satira e comicità, quindi quando mi offrono qualcosa la accetto anche se è a scatola chiusa. In questo caso era divertente l’idea di avere due ruoli nello stesso film, mi sembrava che l’impianto fosse molto divertente, e così poi è stato.

D. Per quanto riguardo riguarda la satira e comicità italiana, cosa ne pensi del fatto che sempre più spesso venga espressa su youtube e internet in generale?

R. Guzzanti: Non ho nulla in contrario, è una normale evoluzione dei tempi. Negli ultimi periodi la satira si è molto liberalizzata e il web è oramai quasi più importante della televisione. Ci sono dei siti che sono davvero belli, inoltre c’è poca censura. Mentre il piccolo schermo tende a seguire degli schemi che sono un po’ rigidi, per usare un eufemismo. Mi piacerebbe tornare in tv, ma farlo con delle idee nuove, in questo momento avverto il desiderio di fare altre cose; anche se sicuramente tornerò, è questione di karma.

D. Qual’è il ruolo che più vi è piaciuto interpretare?

R. Valerio Mastandrea: quando abbiamo iniziato le riprese sapevamo che avremmo dovuto “cambiare parrucca”, passare da una parte all’altra: è stata una cosa abbastanza divertente. Se dovessi scegliere direi che con i Colardo (la famiglia di lei ndr) mi sentivo più a mio agio, era come stare su un ring dove ci si poteva agitare e dare anche dei pugni veri. Mentre nei Marinelli (la famiglia di lui ndr) stavamo più in binari prestabiliti, dove magari avevamo più la necessita di essere più sottili. Anche se, parlando di contenuti, ritengo il livello di violenza della seconda famiglia superiore alla prima.

R. Francesco Pannofino: Io non ho cambiato parrucca, ho fatto tutto con i miei capelli! All’inizio quando nacque il progetto, l’idea della doppia famiglia non c’era, è nata dopo. Devo dire che ho amato tanto la famiglia Colardo, anche se facendo poi il signor Marinelli è venuto fuori che mi appassionava anche quel ruolo. Non dico che mi sia piaciuto di più, però non avevo grandi aspettative per quella parte, invece mi sono dovuto assolutamente ricredere. 

R. Marco Giallini: Io ho interpretato parti molto diverse. Mi sono divertito molto, anche perché conosco molto bene la maggior parte delle persone con cui ho lavorato. Se dovessi scegliere direi anche io la parte con i Colardo, ci sono delle scene con Mastandrea in cui mi sono davvero scatenato. Inoltre ho conosciuto Corrado Guzzanti, con cui mi sono trovato molto bene.

D. Il tuo primo ruolo e debutto nel cinema: sei stato rapinato due volte da Babbo Natale, hai dovuto cacciare un cinghiale in mezzo a dei matti e bere una grappa di vipera allucinogena. Pensi di continuare?

R. Alessandro Cattelan: viste le premesse sarà dura! Poi mancano altri dettagli, infatti Valerio Mastandrea mi ha dato fuoco alla testa per sbaglio con un fumogeno. Anche nelle scene di litigio, quando pensavo che gli altri fingessero, alla fine si tiravano veramente botte e schiaffi. Credevo ci fosse una dose di finzione, come nel wrestling, invece era tutto vero. A parte gli scherzi è stato molto bello e intenso, sono cose che se penso succedessero a qualcun altro mi farebbe ridere, quindi spero che possano piacere al pubblico.

D. Una chicca dal set?

R. Luca Vendruscolo: Nella scena in cui la famiglia Colardo andava a caccia del cinghiale, una volta catturato tutti iniziano a sparare in aria con i propri fucili. Ad un certo punto, finito di girare, sentiamo altri scoppi provenire dalle case limitrofe: il giorno dopo ci hanno confermato dalla produzione che c’erano stati altri spari, come se per i vicini fosse stato un segnale di richiamo!

D. Com’è essere diretti da tre registi contemporaneamente?

R. Alessandra Mastronardi: All’inizio è stato più difficile, un po’ alienante; però poi cerchi di capire dove sta la verità, e comprendi che è sempre nel mezzo: basta fare una sintesi, una media. Nei momenti maggiormente complicati semplicemente chiedevo. Alla fine nell’indecisione ci è capitato anche di fare anche un pochino le cose per conto nostro!

D. Questo film esce a Natale, però non può essere considerato come un tradizionale cine-panettone: cos’è?

R. Mastandrea: è una commedia. Sicuramente non è un anti-cinepanettone, è un tentativo di completare una casella ancora vuota. Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo ci hanno sempre provato a fare questa operazione, che fosse al cinema, in televisione o in teatro, a far capire che in un momento in cui esce sempre un certo tipo di prodotto, si può accostare un prodotto non uguale; non per forza opposto, ma che faccia pensare al pubblico che di commedia, sì ce n’è tanta, ma può scegliere quella che più preferisce. 

D. Pensate che il futuro del cinema sia la commedia?

R. Ciarrapico: Speriamo siano vari generi. Ultimamente c’è meno coraggio da parte dei produttori italiani nel fare un altro tipo di film che non sia la commedia, ma da un certo punto di vista a me va anche bene perché è ciò che so fare meglio. Però penso sia grave per un paese che produca così tante commedie e pochi altri generi. 

D. Chi è stato il vero “capo” dei tre registi?

R. Mastandrea: Le nostre giornate si svolgevano così: Mattia Torre aveva sempre il copione in mano, dovunque fosse, voleva avere sempre la prova tangibile di quello che si doveva fare, attinente al testo. Luca Vendruscolo era il ragioniere del set, quello più attento alla tecnica. Ogni tanto poi arrivava Giacomo Ciarrapico dicendo frasi del tipo: “Tu quando pronunci questa battuta, non la stai dicendo a lui, la stai dicendo a quel pezzo di legno!”. Quindi bisognava fare la sintesi di tre mestieri per formarne uno e trovare la quadra.

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