Recensione film L'esorcista del Papa - The Pope's Exorcist
L'esorcista del Papa è il film horror in uscita

Padre Gabriele Amorth (Russell Crowe), indaga sulla probabile possessione di un giovane, che si dimena su un letto con linguaggi improbabili. Vediamo Amorth correre in abiti fluenti mentre pilota una Vespa sulle note di Faith No More, a Roma, per poi discutere con i funzionari del Vaticano che non approvano le modalità dei suoi esorcismi.
La trama del film L'esorcista del Papa
“Per noi il Demonio è una manifesta realtà (…) ma fai attenzione al tuo modo di educare, l’orgoglio si manifesta in modo differenti”, consiglia il Papa (Franco Nero), intravedendo nei modi di Amorth una sorta di ambizione personale. Ed è proprio questo aspetto più interessante di Padre Amorth, che non è stato affrontato nel film. Gabriele Amorth è stato esorcista nella diocesi di Roma, e collaborò con diversi medici e psichiatri italiani. Dichiarò di aver effettuato circa 70.000 esorcismi dal 1986 al 2007. Ma fu anche al centro di varie controversie: infatti, condannava personaggi pubblici - anche politici - dichiarando che agivano sotto l'influenza del demonio, affermando che il preservativo e la televisione - guidata dalla massoneria - fossero invenzioni di Satana, che l'omosessualità fosse di natura demoniaca, che lo stesso Harry Potter era da evitare. Benedì il partito di Forza Italia, e sostenne che la sparizione di Emanuela Orlandi fosse stata legata da orge organizzate in Vaticano e che Satana doveva avere paura di lui.
Le libertà del film L'esorcista del Papa
Questo aspetto cui si accenna nel film, legato alla sua ambizione, è invece espunto dalla sceneggiatura, scritta da Michael Petroni ed Evan Spiliotopoulos (leggi l’intervista). Quando Amorth cerca di guarire un bambino, Henry (Peter DeSouza-Feighoney) che parla con una voce da adulto, tutta la scena è rimaneggiata da anni di pellicole che usano il tema dell’esorcismo per attirare l’attenzione del pubblico, su un argomento che facilmente sfocia nello splatter: il fanciullo si scarnifica il viso con le unghie, fino a vomitare un uccello.
Nel film manca anche la compulsività di Amorth, che dichiarò di aver effettuato oltre 50.000 interventi, con alcuni che richiesero solo pochi minuti, altri diverse ore. Per buona parte del film - diretto d Julius Avery - ci si concentra sull’esorcismo del piccolo Henry, proprio per unire la compassione al facile tema orrorifico.
Il regista Avery è memore della solidità degli effetti speciali del film Samaritan che ha diretto, e ad essi si affida per suscitare interesse. Non riesce a trovare un equilibrio tra l’incredibile e l'inquietante, perdendosi nelle scenografie che da sole non bastano a sollevare un film goffo e che non prosegue nei suoi intenti. Anche la scena del Papa che sul letto implora la presenza di Amorth non rispetta la realtà dei fatti: il Papa in questione dovrebbe essere papa Giovanni Paolo II, e non c’è traccia che tale evento sia realmente accaduto.
La recitazione di Russel Crowe gigioneggia, ma non può nulla in un film che si accolla delle libertà che esulano da un racconto che vorrebbe essere credibile, ma che conduce a scene raccapriccianti per coinvolgere lo spettatore.
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