Il ritorno di Mary Poppins, il lampione sbagliato di un film improbabile
la recensione del film Il ritorno di Mary Poppins.

È arduo realizzare un film senza tenere conto del precedente del 1964, che incassò 102.3 milioni di dollari ed entrò nell'immaginario collettivo per simbolismo e audacia. Se lì Mary Poppins - interpretata da Julie Andrews e diretta da Robert Stevenson - usava un po' di zucchero per inviare i piccoli Michael e Jane Banks a mandare giù la pillola alludendo ai modi per affrontare le più generiche difficoltà, qui impone un bagno ai tre poveri ragazzi solo per mostrare gli effetti speciali realizzabili sott'acqua.
Se lì diceva “la vecchietta è sempre laggiù / dona dona due penny anche tu”, qui il tutto si risolve un qualche frase biascicata con testi improbabili.
La trama del film Il ritorno di Mary Poppins
Il padre qui è Michael Banks cresciuto e rimasto vedovo, con un pietismo degno della peggiore tradizione Disney. Non si comprende neanche perché la moglie sia morta, il che avrebbe dovuto essere spiegato se ciò modifica la vita di un'intera famiglia: ma forse gli sceneggiatori erano impegnati a trovare la lacrima facile nei giovani spettatori per avvedersene. E se tale disgrazia non bastasse si aggiunge un mutuo da pagare sulla casa ipotecata, che il povero Michael si addossa e di cui si è dimenticato di saldare alcune rate: cosicché la casa rischia di essere pignorata dalla banca in cui lui stesso lavora. L'ovvietà maggiore è che lui in realtà voleva fare il pittore, ma si è adeguato alla vita da cassiere: e la sua inerzia si manifesta anche educando i figli, cui dice sempre di sì. La sorella Jane è ora una sindacalista che distribuisce volantini di cui non si comprende l'obiettivo, ben lontano dal clangore politico della madre che nel film del 1964 cantava: “Lacci e catene noi spezzerem / e tutte unite combatterem / noi siam le forze del lavoro / e cantiamo tutte in coro / Marciam! Suffragette, a noi”. Tutti alla fine cercano un certificato che dimostri che Michael possiede alcune azioni della banca che gli eviterebbero il pignoramento dell’immobile.
Gli errori del film Il ritorno di Mary Poppins
In questo disastro drammaturgico cerca di inserirsi la tata Mary Poppins (un’impacciata Emily Blunt) cui non rimane altro che esibirsi in scenette musicali, mentre nel film del 1964 dispensava chicche morali come: “Le persone praticamente perfette non si lasciano confondere da sentimenti”. Il suo ruolo sembra inserirsi a forza nella storia, tanto che deve trovare un’aiutante - dal punto d vista della recitazione - in Topsy Turvy interpretata da Meryl Streep per dare completezza al suo ruolo.
Non le resta che danzare con il collega Jack (Lin-Manuel Miranda) che di mestiere accende i lampioni a gas di Londra. Un errore non da poco, se consideriamo che la storia è ambientata nel 1930, quando le vie di Londra erano già illuminate con la lampada ad arco elettrico introdotte nel 1878.
Uno degli errori di un film che vuol far credere ciò che non è, ossia che l’immaginazione possa essere improvvisata.
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