Veloce come il vento: 'c'era l'urgenza di raccontare questa storia', intervista all'attore del film Lorenzo Gioielli
Mauxa ha intervistato Lorenzo Gioielli, attore del film "Veloce come il vento". Gioielli parla anche del lavoro sulla recitazione.

Veloce come il vento è il film di Matteo Rovere in uscita nelle sale il 7 aprile 2016, distribuito da 01 Distribution. Nel cast ci sono Stefano Accorsi, Matilda De Angelis, Roberta Mattei, Paolo Graziosi e Lorenzo Gioielli.
La trama segue la vicenda di Giulia De Martino, giovane proveniente da una famiglia che ha lavorato nel settore delle corse automobilistiche. È un pilota e a diciassette anni partecipa al Campionato GT: quando il padre muore lei deve affrontare debiti inattesi, nonché il ritorno del fratello Loris, ex pilota ora inaffidabile. I due sono così obbligati a lavorare insieme.
Mauxa ha intervistato uno degli attori, Lorenzo Gioielli che ci racconta il suo ruolo: “In veloce come interpreto Ettore Minotti: alla morte del padre del personaggio interpretato da Accorsi, si scopre lui ha un debito corposo nei confronti miei, che ho una scuderia di automobili. Il debito da avvio alla trama”.
Il cast del film è molto giovane, Matilda De Angelis ha venti anni. “Mi è piaciuto molto lavorare con loro. Trovo che Matilda sia fuori dal comune. Con me almeno è stata una ragazza di grande intensità. Ho fatto un altro film con attori giovani, come Fabrizio Falco che ha vinto la coppa Mastorianni a Venezia per ‘È stato il figlio”. Li ho trovi preparati. Attenti alla regia a ciò che proveniva dalla sceneggiatura e dal set”.
D. Il tema del film riguarda anche l’emancipazione femminile. Cosa pensi di questo aspetto del film?
R. Una delle lettura è questa. Una pilota donna, in un mondo cocciutamente maschile. C’è un’accettazione di come il mondo è diventato, della cessazione del maschilismo.
Lorenzo proviene da una grande esperienza teatrale, con rappresentazioni come “La Festa è di là” di S. Prestinari, “Tre Sorelle” di Duccio Camerini, il recente lavoro di Lillo e Greg “La Baita Degli Spettri". Lorenzo ci dice cosa pensile teatro come il luogo di formazione di nuovi attori: “Purtroppo sì. Al di là delle Alpi non esistono attori di cinema, ci sono attori di teatro che recitano al cinema. Paolo Sorrentino ha attori strettamente teatrali. Oggi ci vuole una tecnica interpretativa per cui essere teatranti è uno svantaggio. In alcuni casi si dice: “Fai una recitazione un po’ meno teatrale”, il tema portante è identico. Mi nausea parlarne ancora”.
D. La provenienza di attori dai talent o da contesti diversi come la reputi?
R. Ci sono casi di attori che possono farlo, ad Miriam Leone ne è un esempio, essendo stata anche Miss Italia. Altri no.
Lorenzo ha lavorato al cinema e anche in televisione, in serie com “1992”, “Walter Chiari”, “baciato dal sole”, “Romanzo criminale”. Il motivo è semplice: “In primis mi hanno chiamato (sorride). In secondo mi piace stare sui set. Ora ho un’ansia diversa rispetto alle cose, non faccio tutto. Mi baso sulla sceneggiatura, ad esempio in ‘Veloce come il vento’ è stata scritta da Rovere e da due colleghi. Si avvertiva l’urgenza di farla, la percezione chiara di persone che volevano dire quella cosa. Ambizione europea nel raccontare le storie”.
Lorenzo ha anche una scuola dove dà spazio alle capacità degli allievi nelle varie forme di spettacolo: “Con la scuola siamo al teatro Brancaccio, è un gruppo importante. Avevo il desiderio di formare nella drammaturgia, recitazione, regia. L’attore contemporaneo deve sapere cosa vuol dire lo scrittore, il regista e vicendevolmente. Gli allievi nella scuola dirigono, scrivono, recitano. Sono contenuti personali. Per me è molto importante creare un artista del genere: nel teatro italiano manca la consapevolezza, assenza di maestri. C’è stato un triangolo di Bermuda negli anno ’90 e 2000, per cui gli attori a teatro non volevano parlare al pubblico”.
Il prossimo progetto è “Achungh baby”: “Il regista Matteo Garrone a ben pensato di fare debuttare degli esordienti, lo trovo fondamentale. Sto girando la serie di ‘Immaturi’ tratta dagli omonimi film.
D. Qual è la tua pièce preferita?
R. “Il gabbiano” di Chekov. Il “Gabbiano” è il Birdman teatrale, Chekov è considerato noioso, ma è equivocato.
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