Trolls, il film che scaccia la negatività
Trolls è il film d'animazione prodotto dalla Dreamworks e dalla 20th Century Fox. È ispirato alle famose bambole nonché alla miologia norrena. Il cast vocale è compost da J

Trolls è uno dei film d’animazione più attesi dell’anno, per la verve scenografica e il messaggio che sottende. Prodotto dalla Dreamworks e dalla 20th Century Fox, è diretto da Mike Mitchell e Walt Dohrn.
Il regista Mitchell ha diretto film come “Shrek e vissero felici e contenti” (2010) che ha incassato 753 milioni di dollari. Come per quell’archetipo, anche “Trolls” provini dalle leggende. Se Shrek era un orco appartenente alla cultura yiddish, i Trolls sono nati dalla fantasia necessaria di Thomas Dam: lui era un taglialegna nato nel 1909 a Gjøl, piccolo paese della Danimarca. Un giorno non poteva permettersi un regalo di Natale per la figlia Lila, così scolpì una bambola, con capelli colorati e alti. Si diffuse velocemente la notizia di questo giocattolo, cosicché I bambini vollero altri esemplari. L'azienda Dam Dam produsse le bambole che divennero popolari in molti paesi europei nei primi anni 1960, fino ad ampliare il successo negli Stati Uniti. La 2010 DreamWorks Animation ha acquistato il marchio della bambola Troll.
A sua volta i personaggi Trolls derivano dalla cultura norrena, essendo esseri che abitano in montagne isolate, rocce e grotte: a volte vivono insieme e raramente sono descritti come disponibili o cordiali. Apparvero in un testo letterario per la prima volta nel 1241, ne “Lo Skàldskaparmàl” (in norreno "dialogo sull'arte poetica”), seconda parte dell'Edda in prosa di Snorri Sturluson.
Il film “Trolls” da questi spunti avanza così nella trama con la dicotomia tra bene e male: il re Re dei Troll Peppy (con voce di Jeffrey Tambor) dopo un eroico salvataggio del suo popolo - catturato dai Bergens - crea una nuova casa Troll nella foresta, dove la figlia ormai cresciuta Poppy guida una festa. Perché tutti qui amano festeggiare. Ma la baldoria ininterrotta di Poppy attira l'attenzione dei Bergens, cosicché il ventennio di libertà giunge al termine: il capo dei Bergen Chef (Christine Baranski) rapisce alcuni Trolls, Poppy cerca l'aiuto dell'unico Troll che sa come trovare la città dei Bergen. Si tratta di Branch (Justin Timberlake, in italiano doppiato da Alessio Bernabei), scorbutico e taciturno, che non ama cantare o ballare. Neanche abbracciare.
Per salvare gli amici i due devono superare vari ostacoli, anche se la negatività di Branch sembra contagiare Poppy. A questa clima idilliaco era necessario opporre qualcuno che avesse il senso della realtà, come l’introverso Branch. Così gli sceneggiatori Glenn Berger, Jonathan Aibel aiutati da Erica Rivinoja (che ha lavorato alle serie tv “The Last Man on Earth” e ”Bad Teacher”) hanno contrapposto ottimismo e pessimismo, “e poi lanciato il viaggio”. In ciò aiuta il personaggio di Bridget (Zooey Deschanel), ”una sfida da scrivere, perché quando la incontriamo lei è poco comunicativoa- dice Aibel - Quindi la vediamo crescere e imparare ad esprimersi”.
“I Bergen sono petulanti e irritabili - osserva il regista Mitchell - Siamo rimasti affascinati da come i Trolls, creature che in origine erano spaventose e brutte siano evolute nel corso del tempo, diventando un simbolo di felicità”.
Dovendo lavorare su una mitologia quasi da ricreare, è stato necessario portare dei messaggi attuali nel film: "Abbiamo deciso che era ora di iniziare a diffondere ancora qualche gioia - dice Dohrn - Mike Mitchell e io abbiamo fatto tabula rasa, potendo creare qualcosa con questi personaggi, la loro storia e il loro ambiente. Con la felicità come guida, abbiamo voluto creare un film con un mix di divertimento, avventura, cuore, musica, colori e texture”.
La esemplificazione di questo ottimismo è l’abbraccio: “Un particolare tipo di orologio ricorda loro di abbracciare ogni ora, allo scoccare - ricorda Mitchell - Non importa quello che stanno facendo, quando l’orologio indica "tempo di abbraccio”.
La produttrice Gina Shay conferma che dall’altro lato ci sono i Bergen, ideati proprio perché “né illuminati, né pacifici. I troll devono cercare di applicare tale felicità tipica del anni ’70: quando c'era quella sensazione di libertà, disco, pop e dance music. Tutti sembravano essere su pattini a rotelle. La felicità viene da dentro, ciò devono insegnare”.
Anna Kendrick (in italiano doppiato dalla cantate Elisa) apprezza la durezza di Poppy, le capacità di leadership: “Ho avvertito Mike, Walt e Gina che volevo portare Poppy in un percorso di rottura. Ogni volta che sono entrata nella cabina di registrazione ero accolta con una foto del volto sorridente di Poppy, non vedevo l'ora di aggiungere un po’ di fuoco, sarcasmo. Ciò fa la differenza tra un personaggio felice senza sosta che è un po’ irritante e uno che si anima”.
Justin Timberlake vede in Branch le nostre paure, il modo in cui ci si avvolge per prevenire la felicità: “Sempre vigile, si è consumato. Trascorre la sua vita pensando al peggio invece di godersi il presente - dice l’attore - Alcune delle sue preoccupazioni sono fondate, perché ci sono pericoli molto reali nelle vicinanze, ma Branch deve imparare che deve continuare a vivere la sua vita e non lasciare che la paura vinca”.
Il senso del film si riverbera poi nella scenografia, tanto che i capelli dei Trolls hanno richiesto il lavoro di centinaia di artisti e tecnici che lavorassero solo sugli effetti. La tecnica utilizzata è la Willow, strumento di simulazione per capelli lunghi proprietaria della società Dreamworks. Il sistema ottimizza la piegatura, l'attrito, l'elasticità, le collisioni dei peli sulla testa di un personaggio. A questo si unisce lo scintillio, effetto che aumenta la natura gioiosa dei Troll, con l’utilizzo di nuvole e spray per tutto il film, nonché texture su personaggi.
Infine è nella musica che si evince l’ottimismo del film, da canzoni come "Move Your Feet / D.A.N.C.E. / It's A Sunshine Day" cantata dalla Kendrick e Gwen Stefani,"Hello" da Zooey Deschanel, "Cant Stop the Feeling!”, "Hair Up", "True Colors" e “September" da Timberlake. Non manca Ariana Grande con "They Don't Know”.
Una visione composita, che conduce bambini e non solo a ripensare i propri atteggiamenti.
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